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Un ricorso di un candidato non eletto alle ultime elezioni regionali in Sicilia potrebbe evidenziare delle difformita' in tutti i futuri deputati all'Assemblea regionale Siciliana. L'oggetto del ricorso riguarda il mancato o non corretto deposito di una dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino. Il ricorso elettorale e' stato depositato al Tar di Palermo da Giacomo Scala, ex sindaco di Alcamo ed ex presidente dell'Anci Sicilia, candidato con Sicilia Futura nel collegio di Trapani a sostegno del candidato alla presidenza del Pd, Fabrizio Micari. In seguito all'accesso agli atti depositati dai candidati e' emersa una discrepanza normativa che ha indotto alcuni ad utilizzare un modulo messo a disposizione dall'Ufficio elettorale della Regione riferito a una norma ormai superata dalla legge Severino; altri hanno prodotto una dichiarazione aggiuntiva e altri avrebbero omesso il deposito. Dalla lettura degli atti sono emerse irregolarita' diffuse in tutte le province siciliane: a Messina nessuno dei candidati ha depositato il modulo in autocertificazione mentre a Trapani 48 su 60 sarebbero inadempienti e su cinque eletti in provincia l'unico in regola sarebbe Baldo Gucciardi (Pd). A Palermo tutti i candidati avrebbero depositato correttamente l'autocertificazione mentre ad Agrigento sono in corso degli approfondimenti. Nel ricorso si chiede la cancellazione, nel collegio di Trapani, delle liste che hanno sostenuto il candidato Nello Musumeci, la lista Cento Passi di Claudio Fava, e Movimento 5 Stelle. Contestualmente si chiede "di non procedere alla proclamazione degli eletti inadempienti" e di annullare i voti ai candidati e alle liste. Il ricorso proposto da Scala prende spunto da una sentenza del Tar siciliano che ha confermato l'esclusione del listino regionale del candidato Franco Busalacchi candidato alla presidenza della Regione siciliana, determinata dall'ufficio elettorale della Corte d'Appello di Palermo lo scorso 9 ottobre. Il Tar il 19 ottobre ha rigettato il ricorso degli esclusi perche' "i moduli utilizzati non avevano le sopra descritte caratteristiche richieste dalla legge, ne' di accorgimenti tali da surrogare, come pure si e' chiarito, la mancanza della indicazione del contrassegno di lista e dell'elenco dei candidati".(nuovosud.it)

di Giacinto Pipitone

È Massimo Russo l'uomo al quale Nello Musumeci ha progettato di affidare la burocrazia regionale. All'ex assessore alla Sanità nel governo Lombardo, oggi tornato nei ranghi della magistratura, è già arrivata la proposta di assumere l'incarico di nuovo segretario generale di Palazzo d'Orleans.
Eccola la mossa con cui Musumeci inizierà la sua rivoluzione ai vertici del palazzo. La poltrona di segretario generale è la massima carica nella burocrazia regionale. E da circa sette anni è affidata a Patrizia Monterosso, uno dei più esperti dirigenti ma anche dei più contestati soprattutto dopo la condanna della Corte dei Conti per i cosiddetti extrabudget agli enti di formazione che assegnò quando era a capo di quel dipartimento.

Non a caso nei giorni scorsi Musumeci ha anticipato l'intenzione di cambiare: «Credo che la stagione della Monterosso sia da considerarsi chiusa. È finito un ciclo». Dunque nel dossier Regione che il neo presidente sta studiando in questi primi giorni di ritiro a Militello Val di Catania in attesa dell'insediamento il capitolo burocrazia è fra i più corposi, evidenziato in rosso. E Musumeci ha già fatto la sua scelta: il compito di riorganizzare la macchina amministrativa della Regione verrà affidato a Massimo Russo. Che la macchina ha imparato a conoscerla fra il 2008 e il 2012. Russo, dopo l'esperienza nella giunta Lombardo, ha ripreso la toga e ora da qualche anno è magistrato di sorveglianza a Napoli.

Musumeci lo avrebbe già contattato e il dialogo fra i due sarebbe già ai dettagli. Ovviamente Russo dovrà prima chiedere e ottenere di nuovo l'aspettativa da magistrato. Per questo motivo a Catania nessuno si sbilancia nel fare annunci o dare per chiusa la partita. Tuttavia nello scacchiere di Musumeci quella casella è già riempita.
Russo andrebbe a sedersi su un'altra poltrona che scotta, come già fu alla Sanità, e per questo il neo presidente ha pensato a lui: vuole lo stesso approccio mostrato anni fa nel resistere alle pressioni nate dai tagli alle spese. Russo diventerebbe così un dirigente esterno alla Regione.

Anche la Monterosso è un dirigente esterno, entrato negli anni dei primi governi Cuffaro quando Miccichè, come oggi, era ai vertici di Forza Italia. È nota la stima che Miccichè ha nei confronti della Monterosso e per questo ieri sono rimbalzate indiscrezioni secondo cui, in caso di elezione a presidente dell'Ars, il leader di Forza Italia potrebbe chiamare proprio lei per affiancarlo nella gestione della burocrazia parlamentare.
Scenari che devono ancora maturare del tutto ma che stanno prendendo forma in queste ore fra Catania e Palermo.

L'assetto della burocrazia va prendendo forma contemporaneamente alla giunta e al nuovo organigramma dell'Ars. Se Miccichè verrà eletto presidente dell'Ars, e un accordo in questo senso sta maturando anche col Pd a cui verrà offerta una delle due vicepresidenza, si metteranno naturalmente a posto altre pedine.
L'altra vicepresidenza dovrebbe andare a uno dei partiti centristi: ha già puntato quella poltrona l'area dei Popolari che fa riferimento a Lombardo. Il quale a sua volta pressa per cambiare uno dei due assessori già annunciato dai Popolari (Toto Cordaro e Roberto Lagalla) perchè vorrebbe portare in giunta Antonio Scavone o più probabilmente la nissena Mariella Ippolito che con 2.108 voti ha sfiorato l'elezione all'Ars.

Proprio per evitare di «perdere» uno dei suoi due assessori, Romano da giorni fa sapere che Lagalla è considerato un fuori quota. Ragionamento che a Catania non condividono.
Così come da Catania fanno sapere che la presidenza dell'Ars viene pesata come tre assessorati: un modo per dire che Miccichè, una volta eletto, non potrà poi rivendicare più di 4/5 posti in giunta e due (Armao e Sgarbi) sono già stati annunciati. La coperta nel centrodestra è sempre troppo corta...
Intanto, però, sul toto-nomine arriva la precisazione di Musumeci: "È uno sport che non mi appassiona perché alimenta la convinzione che nulla sia cambiato. Poiché non è così, desidero informare i colleghi della stampa che il nostro metodo di lavoro sarà improntato ad una effettiva discontinuità, nei comportamenti e nei toni, con il recente passato". E spiega: "Incontrerò le forze politiche della maggioranza e raccoglierò ogni indicazione nel rispetto del ruolo di ciascuno, quindi, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e, finalmente, inizieremo a lavorare".(gds.it)

IL PUNTO E VIRGOLA

Vittorio Sgarbi ha la Sicilia nel cuore da molto tempo. Iniziò facendosi immortalare, da Bartolino Leone, abbracciato alla sua "pupetta" di turno a Panarea con Stromboli alle spalle. Il giorno dopo si fece scorrazzare per Lipari sulla jeep bianca per dire al giornalista all'uscita del Museo di Lipari: "caro Bartolino, mi hai fatto visitare una bellezza unica la più bella vista fino ad oggi". Sgarbi fu sindaco a Salemi e mancato assessore al comune di Lipari per l'insuccesso alla corsa a sindaco del candidato Russo. Adesso, dopo aver deriso l'ex governatore Crocetta (alcuni anni fa) davanti alla Cattedrale di Lipari, è la scelta del nuovo governatore Musumeci per ricoprire l'incarico di assessore ai Beni Culturali con delega al turismo. In definitiva chi meglio di Sgarbi per attraversare il mondo della cultura infinita che la Sicilia abbondantemente possiede e con abbondanza perde per ignoranza ricevuta. Così si esprime da futuro assessore: "la fotografia come arte della morte e della pittura come arte della vita".

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di Carmine Balsamo

E' già toto-nomi per gli assessori in giunta Musumeci: oltre ai "blindati" e ai nomi nuovi che ha in testa solo il Governatore, il possibile criterio matematico da utilizzare è tutto sommato "semplice e proporzionale": ad ogni partito dovrebbe "andare" un assessorato ogni 3% riportato alle urne domenica scorsa. Seguendo questo calcolo dunque, per Forza Italia si attendono circa 5 posti da assessore, 2 invece per «Idea sicilia - Popolari e autonomisti», Udc e Diventerà Bellissima e infine uno per la lista Salvini-Meloni. Di altri nomi non ne sono usciti, anche perché l'impressione è che il neo Governatore voglia ponderare per bene da un lato il "criterio matematico" dall'altro l'aspetto comunicativo anche fuori dalla Sicilia: nomi importanti, competenti e che non abbiano legami scomodi con "impresentabili" o rischi di processi pendenti. 

I "SICURISSIMI"
Iniziano a circolare parecchie voci sulla lista di possibili assessori alla nuova giunta del presidente Musumeci, alcune sono conferme altre invece restano solo dei papabili nomi senza alcuna conferma da parte dei diretti interessati: Gaetano Armao, Roberto Lagalla, Vittorio Sgarbi e Toto Cordaro sarebbero i sicurissimi del posto in giunta centrodestra. Per il primo, Berlusconi lo aveva in qualche modo già "designato" vicepresidente e Musumeci sarebbe intenzionato a confermare la scelta nella imminente comunicazione della squadra di governo. Per quanto riguarda il resto della lista ancora non vi sono conferme e non è detto che ad esempio Miccicchè, commissario di Forza Italia Sicilia, non possa andare a prendere un ruolo di rilievo dopo aver portato in dote parecchi voti tra le file azzurre e avendo una notevole esperienza in campo politico siciliano. Tra le ipotesi potrebbe anche subentrare ad Ardizzone come presidente dell'Ars.

"NON NOMINERÒ IMPRESENTABILI"
Superato lo scoglio della maggioranza - raggiunta con 36 seggi, il minimo indispensabile per poter governare senza altre alleanze - Nello Musumeci ha il compito di concentrarsi sui nomi della prossima giunta alla guida del Parlamento siciliano. Qui sotto abbiamo fatto già qualche nome che potrebbero entrare nella squadra di governo, ma ancora questa mattina il nuovo Presidente ha fatto capire quale sarà "il criterio" per nominare i nuovi assessori. «La formazione del governo sarà mio compito - spiega ai giornalisti - dopo avere certamente parlato con le forze della coalizione. Sceglierò persone al di sopra di ogni sospetto, pulite e competenti; e marceremo con un unico passo: è finito il tempo della ricreazione. Sono interessato a parlare con il governo centrale e con la Commissione europea per il bene della Sicilia, non mi occupo di alchimie e non mi occupo di Alfano, il quale mi ha fatto gli auguri e al quale ho risposto con un sms», spiega stamani ai giornalisti che lo hanno interpellato a Palermo. Tradotto, cercherà di non fare entrare quei sospetti "impresentabili", anche se questo dovrà dire "qualche no" magari ai quegli stessi candidati che durante la campagna elettorale avevano più di un piede nella possibile futura giunta Musumeci. 

ELEZIONI SICILIA 2017, GOVERNO MUSUMECI: LISTA NOMI TOTO GIUNTA
Nei prossimi giorni verrà comunicata la composizione del Governo Musumeci, possibile individuare le prime indicazioni dalla campagna elettorale. A partire dal parlamentare Totò Cordaro, di Idea Sicilia: in campagna elettorale, Musumeci ha detto di sperare "di averlo nella Giunta regionale, avrei un collaboratore valido, sincerpo e soprattutto motivato". Ma non solo. Papabilissimi i nomi di Roberto Lagalla e di Gaetano Armao: recentemente Gianfranco Miccichè, commissario regionale di Forza Italia, ha fatto sapere che vorrebbe il primo al ruolo di assessore alla Pubblica istruzione, il secondo alla vicepresidenza con delega all'Economia. Ma attenzione alla variabile Vittorio Sgarbi: inizialmente candidato alla presidenza della Regione, il noto critico d'arte ha ritirato la sua candidatura per poi sostenere Nello Musumeci. Lo stesso Musumeci ha indicato in campagna elettorale Sgarbi come possibile Assessore ai Beni Culturali, un modo per valorizzarlo al meglio.

RISULTATI ELEZIONI E LA POLEMICA SUL RUOLO DI MICCICHE'
In campagna elettorale il Movimento Cinque Stelle ha ripetutamente attaccato Nello Musumeci per le liste "ricche di impresentabili". Ma non solo: infatti, Giancarlo Cancelleri ha più volte sottolineato che "le scelte cruciali, come sugli assessori, le faranno Cuffaro, Genovese e Miccichè". Quest'ultimo, commissario regionale di Forza Italia, è stato più volte criticato per la sua invadenza, soprattutto futura in caso di nomina di assessori. E' già capitato, infatti, che Miccichè abbia indicato come possibili assessori diversi profili, basti pensare al consigliere comunale trapanese Giuseppe Guaiana. Sulla vicenda è intervenuto lo stesso Nello Musumeci che, sottolineando che in campagna elettorale la priorità non era quella di sciogliere futuri assessori, ha apertamente detto che ascolterà tutte le proposte, ma le decisioni finali toccheranno a lui e a nessun altro.

 
---Quale Sicilia da oggi? Prima bisogna fare i conti con i vari partecipanti alla vittoria e forse anche con qualche sconfitto pentito. Gli ultimi entreranno dalla porta di servizio e in punta di piedi. Come in ogni parte del mondo, le persone possono essere brave, in politica contano sempre e solo i voti. Quelli pesanti hanno qualche cosa in più. Gli altri fanno solo presenza senza panza. Una nuova Sicilia non ci potrà mai essere. Ci sarà sempre la solita Sicilia, vittima predestinata della politica. La mafia è il solito alibi per chi si lagna dopo la sconfitta. Perché di mafia in Sicilia c'è ne per tutti. Equamente distribuita ed volontariamente oscurata. La mafia è negli elettori e negli eletti. Senza mafia non ci può essere Sicilia e senza Sicilia non ci può essere mafia. E' la storia che continua con la sua evoluzione tecnologica che dalla mafia ha imparato tanto. Quindi i siciliani si domandano ancora se la mafia c'è veramente?

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