di Salvatore Leone
salvatoreFin quando, Allegri e Marotta parlano di cultura della sconfitta, tutti sono felici&contenti. Anzi felicissimi&contentissimi. E’ gente che conosce il calcio, gente che ha ereditato il Moggi-pensiero e che comunque ha dimostrato che il calcio é il loro mestiere. Ma quando John Elkann, presidente di Exor (società padrona di marchi automobilistici e ben altro) che all’estero produce più che in Italia, che paga le tasse all’estero e che d’italiano ha solo l’eredità del made in Italy taroccato, allora gonfia tutto a tutti. Il signor John che d’italiano non ha nemmeno nome e cognome dovrebbe dimostrare come ha saputo vincere facendo perdere agli italiani un patrimonio di cultura industriale. Poi si alzi e parli, se ancora ricorda l’italiano. Questa é una bella partita. A perdere. Dipende sempre dal lato dove stanno i soldi. Juventus e Inter sono solo l’alibi con due padroni stranieri dove uno può dimostrare che con i soldi si può tutto e l'altro che i soldi non servono a niente se non ti adegui. Intanto festeggi i 150 anni della “La Stampa” ceduta all’ex nemico di suo nonno, lo svizzero Carlo De Benedetti quello assunto e licenziato in 60 giorni perché si stava impadronendo della Fiat. Quella fu pure una partita vinta, ma sempre a caro prezzo.
 

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