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Vulcano - Dopo il sequestro dell'area del laghetto termale il piemme Matteo De Micheli ha iscritto nel registro degli indagati l'amministratore della società "Geoterme" Gustavo Conti e il progettista e direttore dei lavori Emanuele Carnevale.

Secondo il capo d'imputazione "in concorso tra loro eseguivano interventi edilizi in zona sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza del permesso di costruire.

In particolare, sostituivano, previa demolizione, la parte sommitale dei muri preesistenti della piscina ex Castrogiovanni con manufatto in calcestruzzo; realizzavano un manufatto sul muro lato sud della stessa piscina; un muro di contenimento con massi ciclopici sul lato sud rispetto alla piscina; un muro di contenimento con massi ciclopici di altezza di almeno un metro e dieci e realizzavano degli spazi di sosta mediante la collocazione di ulteriori massi tali da formare delle sedute per la sosta e l'inalazione dei vapori/ gas provenienti dalla pozza, lavori eseguiti in assenza del nulla osta del Genio Civile di Messina, e difformi del parere della Soprintenza.

E ancora "eseguivano interventi edilizi entro la zona di trenta metri dal demanio marittimo in assenza delle autorizzazioni dell'Agenzia del Demanio; indicavano falsamente negli elaborati progettuali dello stato di fatto e negli elaborati dello stato di progetto allegati alla istanza di rilascio del parere della Soprintendenza e del nulla osta del Genio Civile la preesistenza di una base fondazionale di calcestruzzo in realtà inesistente, così inducevano in errore i dirigenti dei predetti enti i qali rilasciavano pareri e nulla osta illegittimi e non rilasciabaili in quanto fondati su dati non corrispondenti alla realtà dei luoghi (fatti accertati il 17 giugno 2020).

L'amministratore Conti è anche accusato "di non aver osservato il provvedimento di divieto di utilizzo della risorsa della pozza dei fanghi legalmente dato dall'assessore regionale all'energia ed ai servizi di pubblica utilità del 18 luglio 2019 per ragioni di sicurezza pubblica e di igiene continuando ad utilizzare la predetta pozza consentendo l'accesso dietro corrispettivo ai clienti ed invitandoli medianti cartelli ivi apposti e pubblicità sul relativo sito ad immergersi nella pozza ed ad effettuare le inalazioni delle funarole (fatto commesso dal 18 luglio 2019 al 17 giugno 2020).

E ancora "esercitava abusivamente l'attività di gestione di uno stabilimento termale e di operatore termale in assenza della speciale abilitazione e autorizzazione prescritte dalla legge e rilasciate dalla Regione e dall'Usl; con artifizi e raggiri consisititi nell'indicare con piu' note al Distretto Minerario di Catania e all'assessorato all'Energia che il pagamento del ticket richiesto per l'accesso alla pozza dei fanghi costituiva il corrispettivo per effettuare una visita turistica dell'area e per la manutenzione ordinaria della stessa e non per l'immersione nella pozza dei fanghi e l'inalazione delle limitrofe fumalorole, cosi'si procurava un ingiusto profitto consisitito nell'omettere di corrispondere parte dei profitti di tae ticket all'assessorato regionale (fatto commesso dal 2013 al 17 giugno 2020).

L'area interessata era stata posta sottosequestro preventivo dai carabinieri del Noe dopo l'accertamento eseguito anche dal consulente tecnico d'ufficio del tribunale di Barcellona Gianpaolo Cilona.

Il sequestro qualche giorno dopo è stato convalidato dal gip Salvatore Pugliese.

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17 GIUGNO 2020

Vulcano, i carabinieri del Noe sequestrano il laghetto termale per lavori abusivi. E il gup ha convalidato

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