ramatodi Raffaele Amato*

Caro Bartolino, nel leggere questo documento a firma di ANTONIO MORALDI (1783 - 1784), all'epoca parroco di S. Pietro in Ischia, che descrive le due visite fatte ad Ischia dal Re Ferdinando IV, ho appreso con grande piacere che il Re si avvaleva della stretta collaborazione di soldati/marinai "liparoti". Un caro saluto a voi tutti.

*Imperatore Travel s.r.l. Forio d'ischia

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LA REAZIONE.

di Alfio Ziino

Leggo del compiacimento del signor Raffaele Amato nell' avere appreso che Re Ferdinand IV di Borbone, nell sue visite ad ischia, fosse accompagnato da marinai eoliani.
Credo che sarà ancor più compiaciuto nel sapere che detti marinai avevano il privilegio, perenne non occasionale, e mantenuto sino alla caduta del Regno delle due Sicilie, di armare la nave reale. Venivan chiamati "liparotti" e "liparotti" venivan chiamati i fanti di marina del medesimo Regno; corpo, questo, che di fatto organicamente strutturato appunto quale fanteria di marina, costituiva un unicum nella penisola italiana. Anche in ciò i Borboni furono dei precursori.
Per tornare ai "liparotti", essi erano per la maggior parte strombolani, gente che nell' andar per mare e nel menar le mani aveva salda ed antichissima tradizione. Erano quei pirati che già prima di Cristo controllavano il traffico da e per lo stretto di Messina depredando a più non posso.
Da ultimo. Il Castel dell' Ovo non venne mai militarmente conquistato da alcuno, tranne che da liparotti. In una delle tante beghe tra aragonesi ed angioni, i liparotti, che con i primi tradizionalmente stavano, stanchi del lungo assedio al castello occupato dagli angioni, la notte di Natale, con uno stratagemma, entrarono nella fortezza aprendone le porte gli alleati. Per quante ricerche abbia fatto, purtroppo non mi è riuscito appurare quale fosse stato lo stratagemma in questione.
Comunque, aperte le porte, i nostri, che alla spedizione avevano partecipato con una propria piccola nave della quale non rammento il tipo e con una barcaccia, se ne tornarono allegramente a casa.

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