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Geografie originali. Dei luoghi e dell’anima. Racconti, dunque. Di viaggi lungo le strade di paesi e città e nel profondo dei ricordi e delle emozioni. Perché ogni viaggio è il suo viaggiatore e si rivela come forza profonda che ne trasforma i sentimenti e la visione del mondo. Un circuito virtuoso. La riprova sta nelle pagine di “Il mare di pietra” ovvero “Eolie o i 7 luoghi dello spirito” di Francesco Longo, Laterza.

Un arcipelago denso di somiglianze eppur così carico di diversità di vegetazioni e colori, di anfratti e abitazioni, tanto da scatenare alterni stati d’animo, legati comunque da un’analoga inquietudine: il rapporto profondo con l’energia d’un vulcano, vitale anche quando apparentemente silente. Longo, giornalista e scrittore, le esplora tutte, seguendo anche suggestioni d’altre civiltà e altri mondi: le stradine eleganti di Panarea che solo d’agosto s’animano di chiassosa mondanità, i pendii verso le cime di Stromboli e Vulcano, i sentieri erti di Filicudi e le grotte di fronte alla “canna”, pinnacolo alto e snello come fosse una scultura di Giacometti, le campagne di Lipari, i viottoli verso le rade case ospitali di Alicudi.

E le contrade di Salina, silenziosa e discreta, con le ville bianche immerse nel verde di vigneti, pini, fichi e felci. Vita. E memoria. In isole amate da letteratura e cinema (“Il postino”, tanto per citarne uno solo, in ricordo dei versi di Neruda e degli sguardi di Massimo Troisi).

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