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Superata, si spera, la fase critica emergenziale legata alla circolazione del Covid-19, si pensa alla fase 2 e alle prospettive di riapertura delle attività imprenditorali.
Tanti già gli occhi rivolti alle Isole Eolie, la cui attività si basa prevalentemente sul turismo stagionale che, a seguito dell'attuazione delle misure di prevenzione del virus, ha subito non solo un ritardo nell’avvio della stagione turistica ma chiaramente anche una drastica riduzione delle presenze e quindi delle prenotazioni presso le strutture ricettive presenti sulle isole anche per i mesi estivi.
Infatti, dopo l'intervento dell'ex sindaco di Lipari Mariano Bruno, del sostegno di Maria Fernanda Gervasi, dell'interpellanza a sostegno delle isole minori da parte del deputato regionale On. Luigi Genovese e delle richieste presentate da Federalberghi Sicilia, anche un gruppo spontaneo di gestori e proprietari di attività ricettive dell'Isola di Vulcano si è unito per far sentire la propria voce in merito.
"Abbiamo inviato questa mattina al Comune di Lipari, alla Regione Sicilia e ai rispettivi assessori competenti al Turismo e al Bilancio una nota affinchè si adottino a sostegno delle strutture ricettive delle Isole Eolie misure economiche straordinarie e ulteriori a quelle previste dal Governo, a nostro avviso insufficienti per la peculiarità del settore di nostra competenza che vive di un’economia stagionale. Ci auguriamo intanto che l’iniziativa dell’assessore al Turismo, Manlio Messina, di finanziare due notti su cinque a chi decide di soggiornare in Sicilia vada a buon fine"

- così i proprietari/gestori di 10 strutture ricettive dell'isola di Vulcano, Davide Cotroneo – Hotel Eros; Davide Ferlazzo – Hotel Rojas; Francesco De Pasquale – Vulcano Blu e I Pagghiari; Gilberto Iacono – La Locanda Maria Tindara, Giulio Bruno – Hotel Faraglione; Manfredi De Rossi – Pensione La Giara; Marco Milazzo – Holiday Eolie

LA NOTA DELLA FEDERALBERGHI

Federalberghi Isole Minori della Sicilia lancia l’allarme. A forte rischio imprese e occupazione del turismo. Adesso serve un cambio di passo da parte del Governo e della Regione per confezionare soluzioni mirate in previsione di una stagione turistica che assume sempre di più i contorni del disastro annunciato.

Il Cura Italia e il DL Liquidità rappresentano un importante impegno da parte del governo per tentare di porre un argine all’emorragia del nostro sistema produttivo. Attraverso il primo si spostano i tempi dei pagamenti e si attivano gli ammortizzatori sociali. Con il secondo si punta - permangono i dubbi su tempistica e reale possibilità di accedervi da parte di molte aziende – a garantire liquidità alle imprese. Parimenti, la Regione Siciliana, attraverso l’IRFIS e Fondo di garanzia Sicilia contribuisce a favorire l’accesso al credito da parte delle PMI e annuncia misure per incentivare la domanda turistica.

La sensazione che però prevale nella nostra base associativa – dichiara Christian Del Bono, Presidente di Federalberghi Isole Minori della Sicilia - è che lo Stato stia dando il tempo alle imprese per indebitarsi e contribuire in modo sostanzioso a pagare i costi di questa crisi. Questa soluzione si rivelerà insostenibile per molte aziende del sud, già molto indebitate e alle prese con rateizzazioni e rottamazioni di tasse, tributi e cartelle.

In attesa che si aprano le maglie dell’Europa, ci ritroviamo con la coperta troppo corta del bilancio di uno Stato fortemente indebitato. A maggior ragione, occorrono soluzioni mirate da mettere in campo in tempi brevissimi. Queste non possono non tenere conto di alcuni fattori.

In primis, non tutti i settori economici subiranno lo stesso calo. Mentre la stima di calo per l’intera economia italiana nel 2020 è stimata al 17,8% secondo uno degli scenari del Cerved (marzo 2020), per il settore il calo è stimato al 41,9%, quello per il comparto alberghiero addirittura del 73,3%.

In secondo luogo, il nord, il centro e il sud dell’Italia al momento dello scoppio di questa crisi non si trovavano certo sulla stessa linea di partenza. I dati Svimez ci dicono chiaramente che il Mezzogiorno di Italia deve ancora recuperare i livelli precrisi del 2008 e, come dichiarato a Repubblica anche da Pietro Busetta (Università di Palermo), “considerata la maggiore fragilità delle imprese meridionali, la loro probabilità di uscire dal mercato è di 4 volte superiore rispetto a quelle del Centro-Nord". A questo, occorre sommare il divario infrastrutturale, sociale ed economico ben fotografato da ISTAT e Banca di Italia (2019) in cui quest’ultime saranno, comunque, chiamate ad operare.

L’87% dei flussi turistici in Sicilia si concentra nel periodo che va da aprile a ottobre e circa l’80% degli occupati sono stagionali. Nelle isole minori il dato supera il 90%. Qui le aziende sopportano costi di gestione più elevati e indubbi svantaggi strutturali e di accessibilità. Far saltare la stagione turistica significa stare fermi un giro e non vedere incassi per ben 18 mesi.

Dopo i primi decreti in prevalenza “generalisti”, adesso bisogna procedere con interventi specifici per settori e aree del paese del tutto eterogenee.

Occorre mettere immediatamente in sicurezza i lavoratori stagionali aumentando ad € 800 ed estendendola ai mesi di aprile, maggio e giugno l’indennità € 600 in atto prevista nel Cura Italia per il solo mese di marzo. Bisogna prendere atto che in funzione di un calo (50-73%) e di una minore capacità di spesa (basti solo pensare alla perdita del mercato estero che da solo incide per il 50% delle presenze) della domanda turistica, molte strutture ricettive non saranno nelle condizioni di riaprire e quindi di assumere trasformando in occupati quanti al momento sono assistiti dagli ammortizzatori sociali. Questo trend si protrarrà almeno fino alla prima metà del 2021.

“In assenza di interventi volti a sgravare le imprese del turismo, per almeno il 2020, del carico fiscale (prioritariamente IMU/TASI e TARI), non sarà possibile gettare le basi per una ripresa duratura del settore. Solo investendo a breve-medio termine sulle imprese si potrà garantire una ripresa sostenibile dell’economia e del mercato del lavoro sul medio-lungo periodo.

Infine, conclude Del Bono, una cosa sembra certa, con questo virus per un po di tempo ci dovremo convivere e questo andrà fatto attraverso un piano ben preciso di graduale fuoriuscita dal lockdown che fornisca al più presto indicazioni ben precise. In settori economici come il turismo, che ripartiranno tra gli ultimi nel paese, i rischi, le prescrizioni e i costi potrebbero superare abbondantemente i ricavi di una stagione turistica all’insegna degli impatti negativi da Covid-19.

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LIPARI - Gli operatori turistici  chiedono urgenti interventi alla Regione per salvare la stagione. Dieci albergatori hanno scritto anche al governatore Musumeci. "Abbiamo inviato questa mattina al Comune di Lipari, alla Regione Sicilia e ai rispettivi assessori competenti al Turismo e al Bilancio - dice Davide Cotroneo, primo firmatario - una nota affinchè si adottino a sostegno delle strutture ricettive delle Isole Eolie misure economiche straordinarie e ulteriori a quelle previste dal Governo, insufficienti per la peculiarità del settore di nostra competenza che vive di un'economia stagionale. Ci auguriamo intanto che l'iniziativa dell'assessore al Turismo, Manlio Messina, di finanziare due notti su cinque a chi decide di soggiornare in Sicilia vada a buon fine". Anche il presidente della Federalberghi delle isole di Sicilia Christian Del Bono ha fatto sentire la sua voce "A forte rischio - precisa - sono imprese e occupazione del turismo. Adesso serve un cambio di passo da parte del Governo e della Regione per confezionare soluzioni mirate in previsione di una stagione turistica che assume sempre di più i contorni del disastro annunciato. Con questo virus per un po di tempo ci dovremo convivere e questo andrà fatto attraverso un piano ben preciso di graduale fuoriuscita dal lockdown che fornisca al più presto indicazioni ben precise. In settori economici come il turismo, che ripartiranno tra gli ultimi nel paese, i rischi, le prescrizioni e i costi potrebbero superare abbondantemente i ricavi di una stagione turistica all'insegna degli impatti negativi da Covid-19".(ANSA).

LA NOTA DEGLI STAGIONALI

di Maurizio Turcarelli

EGREGIO Sig. Sindaco le segnalo questo articolo da LINKLAV. ITi

n attesa dal 02/04/2020 giorno della mia protesta, per sapere quali provvedimenti Voi come amministratori state portando avanti per garantirci la sopravvivenza nell'inverno prossimo.

Da Taormina alle Isole Eolie, lavoratori stagionali ridotti in miseria”

10.04.2020 - Si fà ancora più disperata la situazione dei lavoratori stagionali dei settori Commercio, Turismo e Servizi che da mesi hanno terminato l’indennità di disoccupazione Naspi e adesso sono senza reddito.

Il Coronavirus difficilmente consentirà nei prossimi mesi, la riapertura delle attività turistica - alberghiera.

Ne fanno le spese sopratutto quei lavoratori cosiddetti stagionali che ogni anno, con la loro professionalità garantivano l'efficienza degli alberghi sopratutto nel periodo di maggiore afflusso tra il mese di marzo/aprile - ottobre/novembre.

La Fisascat Cisl ha contestato più volte ai precedenti governi «l’iniqua riforma scellerata che ha ridotto il periodo e quindi l’indennità penalizzando i lavoratori».

Ma adesso gli stagionali, che erano in attesa di iniziare a lavorare, con le chiusure a causa dell’emergenza Coronavirus, sono rimasti senza contratto.

«Stagionali disoccupati, senza lavoro e senza indennità», è la denuncia del sindacato per un "Decreto Cura Italia" che rappresenta «l'ennesimo schiaffo ai lavoratori del commercio turismo e servizi».

«Inoltre, mentre agli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali è stata riconosciuta un indennità per il mese di marzo pari a 600 euro – spiegano Salvatore D’Agostino e Pancrazio di Leo della Fisascat Cisl Messina - i lavoratori stagionali del commercio non sono stati considerati nel decreto “Cura Italia”».

Drammatica la situazione in provincia di Messina, dove ci sono importanti realtà turistiche come Taormina e le Isole Eolie. «In queste località, a fronte di un periodo medio di lavoro di circa 3 mesi, i lavoratori hanno percepito solo un mese e mezzo di Naspi e gli Stagionali del Turismo Commercio e Servizi sono stati esclusi dagli ammortizzatori-sociali ordinari o in deroga».

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