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Antiche Tradizioni “Il Fuoco di Santo Antonio Abate”.

Sono da poco passate con l’Epifania tutte le feste portate via, e da oggi con la festività di Sant’Antonio Abate, protettore del fuoco, degli animali,  ha inizio la festa religiosa e pagana. Una ricorrenza molto diffusa nelle comunità agricole della nostra Penisola, come in Europa e in modo particolare nel territorio della Sardegna.

Ed è in questi paesi che si mantengono da sempre intatte le antiche tradizioni dei riti di questa “sagra del fuoco”, che evoca antichissimi richiami, legati alla vita contadina, dove il Frate Antonio è considerato il “Santo del Popolo”. L’antica festa del Santo raffigurato col porcellino ai suoi piedi (per distinguerlo da Sant’Antonio dd Padova), è portato in processione per le vie del paese per celebrare la festa del fuoco e degli animali.

Nelle piazze di ogni Villaggio, borgate, paesi, il Santo è venerato con un gigantesco falò e con grandi spettacoli di folclore locale. Nei paesi delle autentiche Barbagie di Ollolai, Belvì, Seulo, Baronia e Ogliastra, gli abitanti sono maestri nel mantenere intatte le autentiche tradizioni e devozione al Santo.

Nella grande piazza del paese viene innalzata una gigantesca catasta di legna che per tradizione, il parroco del paese durante la processione della sera, facendo percorrere per tre volte il giro al simulacro del Santo attorno al grande falò e poi impartire agli animali portati dai contadini, la rituale benedizione anche del fuoco. Durante le danze del folclore anche gli abitanti, come da usanza fanno tre giri attorno al fuoco.

Subito dopo la cerimonia della benedizione, gli abitanti del paese e ospiti provenienti da città e villaggi vicini e persino dalla lontana Cagliari, danno inizio ai festeggiamenti con canti e balli della tradizione contadina e alla grande abbuffata della lunga notte del fuoco, offrendo a tutti, arrosti di maialetto, agnello allo spiedo, pecora in cappotto e grandi bevute di cannonau e di fil di ferro (acquavite locale) che scorre come un fiume e sedare il gelido freddo della notte sceso a meno gradi.

Anche a Roma in Piazza San Pietro della Città Eterna, Sant’Antonio Abate è considerato anche il protettore dei malati della terribile peste e malattia del "fuoco di Santo Antonio" e di altre malattie che colpiscono sia l’uomo che gli animali che radunati al centro della grande Piazza del Vaticano, vengono tutti benedetti. Anche in tante altre parti d'Italia, il giorno della festa di Sant'Antonio Abate considerata la ricorrenza del fuoco è una tradizione molto sentita, anche come elemento augurante e di buon auspicio.

In Sicilia e nel Meridione d’Italia come in Toscana, Veneto e persino in Lombardia dove nella Brianza, la festa di Sant'Antonio Abate è ancora oggi molto viva e si celebra intorno ai grandi falò, tra frittelle, vino brulé e fuochi d'artificio.

Nella Sardegna del turismo per eccellenza, la tradizione del fuoco che impazza nel territorio al ritmo pressante è stata istituita come progetto di valorizzazione turistica di bassa stagione e come volano economico per un territorio montano e non, ricco di archeologia e di antiche tradizioni come questa de “Su Fogu de Santu Antoni”, strategicamente  inserita nel calendario della promozione turistica. Con la festa del fuoco ha inizio in tutta la Sardegna, la manifestazione del Carnevale.

Il più importante è senza dubbio quello di Mamoiada, il paese del Museo delle maschere Mediterranee, che col fuoco e la prima vestizione dei Mamuthones e degli Issihadores, è l’unico rito di tutta la Sardegna che richiama nel paese una moltitudine di visitatori italiani e stranieri. Tante altre manifestazioni simili si svolgono nel territorio dei paesi della Marmilla, del Goceano, in Baronia, in Ogliastra, nel Logudoro, nella Planargia e nel Campidano oristanese, dove la più spettacolare manifestazione, è la famosa Sartiglia, di antichissime origini spagnole.

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