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Messina depauperata e senza vocazione, il ponte a 2 piloni in acqua, da “Spalle al mare” a “La sfida fra due mari” (l’anteprima esclusiva del nuovo progetto del prof. Remo Calzona), la politica dei trasporti, il turismo, la fine del 27, Sicilia porta girevole,  l’eolianità che ritiene straniero il nuovo che arriva, il turismo, la sanità, il futuro “presidenzialismo italiano” e…

Prefazione di Pietrangelo Buttafuoco. 

Non è l’azzurro mare d’agosto a travolgere il destino di Sicilia. 
Mario Primo Cavaleri – firma tra le più smaglianti in tema di analisi fattuale della realtà – confeziona in un libro l’argomento cardine di una sfida irrisolta: quella tra lo spirito critico e le famose cose per come stanno. 

“Spalle al mare” è il titolo. 

E non è solo un colpo a effetto, è certamente la metafora di tutte le paure – dalle onde, infatti, da ogni dove sospinte, sono sempre arrivati i grandi guai per l’Isola – ma ancora più sfacciata è la disattesa urgenza nel sottointeso: capovolgerne il significato e mettersi il mare dentro casa.
Ebbene sì, senza il latinorum con cui Don Abbondio turlupina Renzo non resta che cavarsela con la famosa parabola siciliana: l’acqua dentro, e il contatore fuori… 

Cavaleri che ha saputo fare del suo giornale una biga a doppio traino – Scilla e Cariddi, tra Sicilia e Calabria – fa un totale della somma di due decenni e porge al lettore il bandolo specialissimo di settantadue anni fa. 
Ecco: nel 1955, a Messina, sei nazioni europee – ciascuna rappresentata dal proprio ministro degli esteri – si danno appuntamento per la costituzione del Mercato comune europeo. 

Ecco, appunto, al capo del filo c’è questo fatto che avrebbe potuto essere imprinting, oppure genius loci – così per la Sicilia, per la città – e, invece, spalle al mare: niente da mettersi dentro, nulla da cui far derivare iniziativa, impresa, responsabilità… storia.  

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