di Ettore Resta

Stiamo doppiando il granaio degli antichi – disse la capitana - quelle lontane muraglie appartengono alla città di Brindisi… Da dove partivano gli eserciti romani.- - Mi sembra vederli…con armi in pugno ed elmi con cimiero.- - Non hai l’idea di quanto erano numerosi, con essi partivano anche armenti e greggi, stallieri, cuochi inservienti, schiavi e carri carichi di vettovaglie…- - Un’avventura. - - Un poco come questa nostra. Solo che noi stiamo raggiungendo Capo Spartivento ed andiamo a casa, loro invece andavano verso oriente. – si interruppe e poi riprese - Quelle bianche scoscese rocce sono di S. Maria di Leuca.- - L’acqua è limpidissime , azzurra e profonda…e direi anche fredda..- - Tra non molto dovremmo costeggiare la lunghissima pineta, poi tanta roccia e le montagne dell’Aspromonte… Quando le avvisti chiamami, vado in cabina.- Dopo il costeggiare, quando il mare sembrò restringersi come entrare in un imbuto, Emanuela si affrettò a svegliarla. Alla vista della lontana fumante Etna gli occhi delle ragazze brillarono. - E’ la realizzazione di una meraviglia della natura. Stiamo imboccando lo stretto. Accendiamo il motore, non si sa mai. Lo navigheremo verso Nord fin a raggiungere il Tirreno…. - Emanuela stette ad ascoltare. Non conoscendo i luoghi si limitò a dire: -Vedrò.- - Mi raccomando , se hai qualche indecisione chiamami.- - Non preoccuparti, sarò attenta.- Così la capitana si ecclissò nuovamente….per modo di dire. Un occhio era chiuso e l’altro prevedendo il traffico di navi ,rimase aperto. Col cambiare rotta cambiò anche il vento e la ridi ridi si rifiutò navigare. Le derive mobili lasciato l’abbraccio fecero poggiare lo scafo sulle piccole onde per poi procedere a lenta velocità . Grosse navi iniziarono a passare accanto e Baddino a prua stette a guardarle le giganti. La capitana apparsa in coperta , si pose al timone. 

Sembra essere in autostrada. – proruppe Emanuela. – E’ necessario per evitare collisioni o altri pasticci.- Le coste andavano stringendosi come volessero fondersi. A dritta quella calabra ed a sinistra in azzurro i verdastri Peloritani con la distesa citta di Messina. - E’ così lunga?- - Debbo dirti di si, non essendoci territorio per espandersi in larghezza deve necessariamente in lunghezza, inglobando i paesini che trasforma in suoi rioni. - Guardata l’alta stele con la Madonnina all’imboccatura del porto, proseguirono. - Adesso come facciamo? Lo stretto si chiude ... - - Che sciocca. Noi dobbiamo raggiungere quel traliccio che sorge la in fondo. – riprese Liliana sorridendo. - Là il mare fa un ampio gomito ed incontreremo Scilla e Cariddi, i due draghi che con i loro vortici ingoiavano le imbarcazioni.- -Sono pericolosi!- replicò l’ospite spaventata. – Dipende dalla intensità della correnti e dalla grandezza delle imbarcazioni. Per le navi no, ma per noi si, staremo attente.- In quello un sonoro suono di tromba le distolse. – Ci ha detto di scansarci!- Poco dopo una grande bianca montagna passò loro vicino. – E’ una nave traghetto.- - Così grande?- - Come vuoi che sia, porta treni, auto, camion e passeggeri.- - Dagli una cima e ci lasciamo rimorchiare.- -Troppo bello.- Allo schiumeggiare della nave Baddino reagì abbaiando ai marosi. Risero. – Chissà quale impressione gli avranno fatto.-  Avrà salutato il gigante. (continua)

L’Intervista del Notiziario al comandante Ettore Resta, l’artista sulle ali

-Da Milazzo in linea Ettore Resta. Le scoiattoline dei mari 1a puntata

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