di Salvatore Leone 

Il fascino degli stivali verdi e infangati di Aboubakar Soumahoro segnano il confine durevole fra la politica dello sfruttamento, quella della comunicazione e quella dell’ingenuità di giornalisti, compagni di partito, sfruttati e sfruttatori, scaltri e fessi, pagati e creditori, affamati e nutriti. Nel nome della legge, della democrazia, dell’ospitalità e della furbizia sempre più cibo per creatori di voti o di preferenze, di ascolti e di accusate apparentemente gratuite ma in violazione del “io creo ciò che voglio e quando decidono gli amici. Abou è diventato un nome d’arte, avrebbe dovuto fare l’attore di teatro o di piazza, ha gli occhi della fame ma le tasche da ricco se si guarda la sposa e la mamma della sposa. Ma lui è lo scrittore di quel libro che dice di avergli dato ricchezza. L’on. dr. Aboubakar Soumahoro, laureato in sociologia alla Federico II di Napoli, è arrivato dalla Costa d’Avorio per seminare tutto questo in Italia. I sacrifici si vedono da come si muoveva fra braccianti, caporalato e affarismo nel nome di un'accoglienza umana e solidale agli immigrati. Il Parlamento Italiano accoglie tutti e gli elettori vengono ringraziati o graziati. Il vero passaporto della libertà.