"In ogni caso, salvaguardare le casse regionali, il servizio per i cittadini e i posti di lavoro"

"Il passaggio del ramo d'azienda di Siremar da Compagnia delle Isole al gruppo Sns Ustica Lines & Caronte sembra imminente, almeno secondo le dichiarazioni dell'amministratore delegato di quest'ultima, l'armatore Ettore Morace" lo rende noto, presentando anche un atto ispettivo all'Ars, il deputato Ncd Pietro Alongi, il quale chiede lumi al presidente e ai quattro assessori a vario titolo interessati alle attività di traghettamento verso le isole minori: attività produttive, mobilità, sport e spettacolo ed economia.

In particolare, Alongi, il quale ricorda come oltre all'opposizione all'operazione della Davimar (proprietaria del 21% delle quote) sul caso c'è già stato l'annullamento del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato i quali avevano ritenuto la fidejussione della Regione illegittima, come una sorta di aiuto di Stato, si preoccupa della sorte dei 500 lavoratori e del servizio stesso.

Nella sua interrogazione, il vicepresidente della IV commissione legislativa all'Ars chiede, innanzitutto che "alla luce delle decisioni dei due alti organi dello Stato, si indica nuova e trasparente gara che salvaguardi gli interessi della Regione siciliana in quanto istituzione e dell'Isola in generale; se la stessa Regione abbia partecipato all'ultima assemblea degli azionisti, se ha disposto un piano di rientro del capitale in caso di vendita, quali effetti ci sarebbero per l'occupazione, se sarebbero previsti miglioramenti nel servizio".

Infine, Pietro Alongi, chiede un incontro congiunto con tutti gli assessori in indirizzo, i sindaci delle isole e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali interessate in audizione presso la IV commissione.

Al ministero dei trasporti iniziata la grande trattativa per far subentrare la Società di Navigazione Siciliana (Ustica Lines-Caronte&Tourist) alla Compagnia delle Isole-Siremar. Diverse sono già stata le riunioni tra le parti in causa dopo l'ennesimo contenzioso definito con il pronunciamento del Tar del Lazio. La definizione della querelle si presenta non facile. Tra i punti cardine la valutazione della flotta della Cdi e i debiti della stessa società. In ogni caso, la nuova società se si arriverà ad una intesa potrebbe insediarsi con il nuovo anno.12 febbraio 2015

di Andrea Moizo

A un anno esatto dalla sentenza del Consiglio di Stato che aveva stravolto l’esito della privatizzazione di Siremar, è arrivata, dopo la richiesta di ottemperanza di Società di Navigazione Siciliana (joint venture fra Ustica Lines e Caronte&Tourist), la pronuncia del Tar del Lazio che obbligherà il Ministero dello Sviluppo Economico a darvi seguito entro 120 giorni. Con conseguenze ancora da decifrare, ma che potrebbero portare ad un clamoroso passaggio di mano dell’ex Siremar da Compagnia delle Isole (la società, guidata dall’armatore napoletano Salvatore Lauro, dalla cui compagine si è recentemente tirata fuori la Regione Sicilia) a SNS.

In particolare, si legge nelle conclusioni di quest’ultima sentenza, “il Ministero dello sviluppo economico, quale autorità vigilante sulla procedura dismissiva, nel termine indicato in dispositivo dovrà, con l’eventuale coinvolgimento degli altri soggetti titolari delle inerenti attribuzioni, impartendo se del caso agli altri organi dell’amministrazione straordinaria le necessarie direttive e acquisendo i ritenuti pareri: a) disporre il riavvio della procedura dismissiva a partire dalla lettera di invito del 29 settembre 2011, attraverso la valutazione dell’offerta SNS secondo i parametri indicati ai precedenti punti I.1 e I.2; b) assumere le ritenute determinazioni aventi a oggetto il contratto di cessione”.

Secondo Carlo Morace, avvocato di SNS, ciò significa “che la gara di privatizzazione riparte dal 29 settembre 2011, quando l’advisor chiese ai partecipanti di presentare un’offerta migliorativa. SNS non la presentò e Compagnia delle Isole sì, aggiudicandosi Siremar. Ma il Consiglio di Stato ha annullato tale aggiudicazione, escludendo peraltro CdI dalla partecipazione. A questo punto, essendo passati più di tre anni ed essendo stato modificato il compendio aziendale, SNS, previa una valutazione dello stesso, potrà decidere di ribadire la propria offerta ed eventualmente aggiudicarsi l’ex partecipata Tirrenia, essendo a dir poco fantasiosa l’ipotesi d’inserimento di un eventuale terzo soggetto nella procedura”.

Nel silenzio del Ministero dello Sviluppo Economico, l’interpretazione di Lauro è però differente: “Premesso che se mi restituissero tutti i soldi che ho speso non sarei così infelice, ritengo che SNS possa al limite chiedere all’amministrazione straordinaria e al Ministero un risarcimento. Anche perché la compagnia è ormai totalmente un’altra, abbiamo investito molto, preso due navi (Fabricia e Sansovino), riportato in uso il Platone e in generale fatto un grande sforzo, anche considerato il tempo e le risorse impiegate in Tribunale”.

Le spese legali, non a caso, sono fra le cause citate da Compagnia delle Isole a giustificazione del risultato negativo (oltre 13 milioni di euro) con cui, a dispetto dei corrispettivi ricevuti in ossequio alla Convenzione con lo Stato (55,4 milioni di euro annui), la società ha chiuso l’ultimo bilancio (2013). Fra esse però sono annoverate anche le penalità inflitte dal Ministero dei Trasporti per la presunta inottemperanza ad alcuni obblighi di servizio e le non previste spese per noleggi resisi necessari, secondo quanto riportato dagli amministratori di CdI, per l’inadeguatezza del naviglio a disposizione.

Un’inadeguatezza che ha portato CdI ad avviare un contenzioso legale contro l’amministrazione straordinaria di Siremar e che potrebbe logicamente giocare un ruolo anche sulle valutazioni cui SNS si appresta e da cui potrebbe dipendere il futuro dell’ex controllata Tirrenia, dei suoi dipendenti e del trasporto marittimo convenzionato siciliano. Secondo Morace, infatti, qualora SNS decidesse di non confermare la propria offerta, l’unica strada percorribile sarebbe l’indizione di una nuova gara.

Il caos generato dalla privatizzazione dell’ex gruppo Tirrenia non è peraltro limitato a Siremar. Proprio Lauro, infatti, è protagonista anche sul fronte toscano di Toremar, la cui aggiudicazione a Moby è stata recentemente annullata dal Consiglio di Stato, con conseguente passaggio a Toscana di Navigazione. Pochi giorni fa il cda di quest’ultima ha convocato un’assemblea straordinaria “per deliberare l’aumento di capitale sociale a 5 milioni di euro con conferimenti in denaro”. Il fine è quello di “predisporre le fonti di finanziamento necessarie alla prosecuzione delle attività di Toscana di Navigazione (fidejussioni, etc.)”. Lauro, che è ancora azionista, seppure con una piccola quota, della compagine oggi guidata in maggioranza dall’armatore sardo Franco Del Giudice, si è detto intenzionato a cogliere questa opportunità: “Il mio ruolo in Toscana di Navigazione è quello di socio industriale, anche perché siamo gli unici ad avere le navi utili e necessarie ai servizi. Ragion per cui potremmo decidere di partecipare all’operazione col conferimento di qualche mezzo oppure di noleggiarlo alla compagnia”.

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