Eventi e Comunicazioni

elezioni-2024.png

IL NOTIZIARIOEOLIE.it intende pubblicare propaganda elettorale a pagamento in occasione delle prossime elezioni Europee e al Comune di Leni 

Leggi il Codice di autoregolamentazione

agevolazioni_bonus_pubblicità_2024.jpg

"Con il Notiziario delle Eolie Bonus pubblicità con credito d'imposta al 75%" 

Dettagli...

269781602_10224674627046605_2133055222601110549_n.jpg

di Marco Manni

Eolie, Storia e Vulcani. Origini del culto e le locali leggende di San Calogero- III ed ultima parte                                

La terza fase evolutiva del culto di San Calogero si inserisce nel clima di generale rinnovamento religioso introdotto dal Concilio di Trento, che vedrà anche nell’isola di Lipari un progressivo proliferare di luoghi di culto e del sentimento religioso.

Gli autori siciliani Ottavio Gaetani in Vitae Sanctorum Sicularum redatto negli anni

1610-20, e l’abate Rocco Pirro (che visitò Lipari verso il 1633) autore dell’opera Sicilia Sacra (1733), esaltano le doti di guaritore del corpo e dello spirito che pongono il taumaturgo in relazione con diverse località termali della Sicilia, tra cui appunto Lipari (LA GRECA, 2009). Occorre tuttavia evidenziare come nei Riveli, il più antico censimento risalente al 1610 (Arena, 1992), non si abbia ancora traccia del toponimo San Calogero. Nella costa occidentale, dove insistono le antiche terme che assumeranno tale nome, erano invece già citate le località limitrofe di      Funtanieddi, Fuardo, Schicciuni, Cicirata, Parmitu.

Il più antico toponimo collegato alla generica figura eremitica lo si individua nella remota località interposta tra le maggiori alture dell’isola, Monte Sant’Angelo e Monte Chirica: Romito (oggi più comunemente detta Sant’Eremo, o anche impropriamente Sant’Elmo). Ricorrenti nell’arcipelago sono anche: Grotta del Monaco, Punta del Monaco etc., senza però alcun espresso riferimento all’anacoreta. Il culto di San Calogero a Lipari si rafforza dunque tardivamente, con ogni evidenza nel corso del Seicento, in concomitanza col ritorno dei Frati Cappuccini. Ne danno prova i numerosi dipinti che lo raffigurano insieme agli altri compatroni dell’arcipelago, in varie chiese dell’isola ed oggi per lo più esposti presso il nuovo Museo Diocesano.

Il dipinto più datato fa da sfondo all’altare della chiesa dei Cappuccini; trattasi di uno olio su tela del 1649, attribuibile a Padre Feliciano o a Padre Umile da Messina, (LO CASCIO,1962). Dal Campis apprendiamo che, in uno dei locali delle antiche terme di ponente adiacenti la tholos micenea, verso la metà dello stesso secolo era stata edificata in onore dell’anacoreta una cappella, ad opera del Duca di Monteleone che soleva beneficiare dei bagni termali;

anche il cosiddetto Bagno Secco (nell’area di Caolino-Quattropani) “è sotto la protezione di San Calogero, al cui nome ancora il soprannominato Duca fece fabbricare un’altra chiesa”. Ma di essa non rimane traccia. Segni tangibili di una religiosità che affonda le proprie radici nel lontano passato, ma che torna in auge in occasione di una nuova serie eruttiva che interessò il Gran Cratere di Vulcano dal XVI e particolarmente nel XVII.

323862820_6157074360971869_3052170052172285066_n.jpg

Il 24 febbraio del 1771, nel corso di un’ennesima eruzione del Gran Cratere, le reliquie dei Santi Protettori, vennero portate in processione per le vie di contrada SS Salvatore, “ma con tutto ciò (il vulcano) continuò per la metà del mese di Maggio ” (dal manoscritto L. Mancuso).

Le leggende di San Calogero tratte dalla fervida tradizione popolare, danno prova di quanto gli eventi vulcanici che hanno interessato Lipari nel Medioevo, e Vulcano durante e dopo, fossero radicati nella memoria collettiva di una comunità chiamata ad affrontare le minacce naturali.

Il presupposto storico concernente la presunta permanenza a Lipari del monaco Calogero che nella prima metà del VI secolo esorcizzò l’isola (di cui si è discusso nella I puntata), e le leggende locali descrittive del vulcanismo bassomedievale di Lipari-Vulcanello-Vulcano (II puntata), si fondono in età contemporanea in un’unica tradizione religiosa locale che perdere ogni riferimento con la cronologia reale degli eventi vulcanici.

Tutto ciò aveva reso oggettivamente complessa l’interpretazione dell’antica tradizione, oggi favorita dall’acquisizione di nuove informazioni storiche e geologiche. Il presente contributo offre una doppia chiave di lettura del culto e del vulcanismo recente dell’isola, che lascia ancora aperta la questione se a Lipari un’eruzione abbia avuto luogo o meno prima di Monte Pilato, anteriormente al secolo VIII.

Per approfondimenti: Manni M. (2022). Origini del Culto e le locali leggende di San Calogero: una doppia chiave per l’interpretazione del vulcanismo recente di Lipari,. Ed. Nisio S.- Giornate di Geologia & Storia. Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia, Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia, ISPRA, pp. 158-167. https://www.isprambiente.gov.it/public_files/Volume109.pdf .

321695635_687571516151753_1437935514024284583_n.jpg