di Salvatore Leone

L’abbellimento umano passa da una valutazione economica che bisogna dare al proprio corpo. Dalla testa ai piedi. Certamente si parte dalla famosa frase “ un tantu o chilo”. Più pesi e più paghi, salvo fare il contrario e dire che “ruossu e bellu”. Allora niente palestre, niente creme, niente interventi e niente cibi dietetici. Tutta la stampa si è sempre buttata sulla cura maniacale della bellezza come fosse una malattia. Il bello non esiste più. Ormai si costruisce tutto, quindi si parla di falso bello. Esiste contemporaneamente una coscienza snobistica, nell’esile comunità culturale per gusti, modi e insofferenze ai confini con la volgarità. Viene prima il cuore o il gusto senza snob e senza snobbismo?

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