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di Antonio Famularo

Mio Nonno Onofrio piantò una Vigna; niente di eccezionale, per carità: era una piccola Vigna, era modesta, ma, quel che più conta, era adatta a Lui. Il sole vi giungeva tardi al mattino, ma poi vi rimaneva fino al tramonto.

La Vigna era fertile e produttiva: vi erano alberi di fichi e aranci e limoni dolci, pruni e peri, ciliegi e meli, mandorli e albicocchi e ulivi frondosi, viti e capperi secolari, piantati da mio Nonno e curati da mia Nonna Eleonora, mio Padre "Peppino" e le sue Sorelle Maria Terzita e Giovannina.

Era delimitata da fichidindia e i capperi e le viti davano frutti copiosi che deliziavano gli occhi e ristoravano il cuore. Io non conobbi mio Nonno, né le mie Zie, ma capii che Persone fossero osservando l'opera delle loro mani e scrutando gli occhi di mio Padre che s'illuminavano al ricordo di Loro.

Mio Padre...Lo vedo ancora seduto sul sedile di pietra nel pàtio con lo sguardo perso lontano, quasi a frugare tra i ricordi per assaporare gioie svanite.

Mio Padre amò la Vigna piantata dal Nonno, ma il suo amore per Essa fu diviso dagli orrori della Guerra e dagli anni migliori sprecati nella Regia Marina; così che quando ritornò a casa si ritrovò stanco intimamente e solo a curare la Vigna.

Due Vignaioli che ebbe non apprezzarono il bene che si poteva trarre: non avendo discernimento, e inetti a guardare lontano, si dimostrarono ingrati! Senza competenze specifiche redarguivano mio Padre ma il tempo dimostrò che erano dei Mediocri; non si poteva curare la Vigna con la iattanza e la presunzione!

Loro non amarono ciò per cui non avevano faticato: ubriacati dal profitto immediato che ne potevano trarre, e resi forti dalla debolezza di mio Padre, fiaccato nel fisico e dagli anni, si impossessarono della Vigna e la svendettero a terzi! Pensavano di crearne una altrove, ma cosa può mai crescere senza amore, sudore e radici?

Depauperarono il ricavato e si ritrovarono con niente, e ciò per cui avevano faticato si volatilizzò repentinamente. Io sono stato derubato della mia parte di Vigna; non che avessi competenze in potature, innesti e colture, ma la Vigna piantata da mio Nonno non era soltanto una Vigna di delizie:

Era anche un punto di riferimento a cui tornare periodicamente, anche con la mente e col cuore, per ritrovare gli Affetti e quel Mondo che si celavano dietro la Vigna e che come Radici piantate nel tempo davano continuità alla mia Famiglia.

Ed è per questo che Io non giustificherò mai la nefandezza di quei Vignaioli che, più che la Vigna in sé, hanno distrutto la ricchezza di un Mondo fatto di Affetti che mai più potrà essere mio!

Da: IL SALE DI DIDYME Di: Antonino Francesco Famularo Valastro

famularoantonio@yahoo.it tel. 338 1899790

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