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Dettagli...

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di Daniele Sequenzia*

Caro Direttore,

chi può rinunciare al Recovery Fund?
Per ottenere che Ungheria e Polonia rinunciassero al loro veto, l’Europa si è piegata al loro ricatto. Ungheria e Polonia potranno tranquillamente continuare a incassare denaro dei contribuenti europei per parecchio tempo e fino alle elezioni ungheresi del 2022. Urge una riforma dei Trattati che elimini definitivamente il cancro che affligge la UE, il diritto di veto.
Perché la UE è muta sulle crisi di politica estera? Perché i governi di Ungheria e Polonia possono bloccare il bilancio comunitario e non sono mai stati puniti per le loro ripetute violazioni dei diritti umani?

Perché non c’è un’ azione coordinata sulla migrazione? O sulle politiche ambientali?
Perché non si possono tassare i giganti del web o migliorare le politiche di welfare? Perché ci vuole sempre l’unanimità dei 27 Stati membri.
I sovranisti europei, come Lega e Fratelli d’Italia, ritengono che sia l ‘Europa a ricattare Polonia e Ungheria: ma forse dimenticano che non sono in gioco le autonomie di quei Paesi, ma le loro libertà democratiche. 

*Dottore commercialista in Torino 

Caro Direttore,

ho letto con interesse l' ampio e preciso intervento sul Tuo Notiziario dell' Avvocato Salvatore Leone, che segnala quale sia, ancora oggi, la distanza tra cittadino e Stato, e quante sofferenze, contrasti, difficoltà, si debbano patire per ottenere un minimo di giustizia.

Perché l’amministrazione non ha ancora voluto dare i necessari chiarimenti , malgrado esami , controlli, verifiche indagini approfondite, su documentazione ufficiale, ritenendo la questione risolta, perfettamente in regola?
Con quale “ ratio giuridica” si offende l’evidenza? In questo periodo di quarantena di stressante attesa, si impone giustamente il doveroso senso di responsabilità dei cittadini nel rispetto delle norme di distanza e sicurezza.

Ma chi ci governa fa altrettanto ? Perché ovunque tanta odiosa arroganza?
Perché dobbiamo quasi assuefarci – come fosse la norma- agli abusi che spesso caratterizzano chi ha poteri tanto discrezionali ?

 

Caro Direttore,
Air Italy, la seconda compagnia aerea privata italiana, è da oggi in liquidazione e migliaia di posti di lavoro sono a rischio. Che succede?

Si aprono in continuazione, vertici, tavoli, quando la “ frittata” è fatta sulle continue crisi aziendali ma evidentemente le antenne “ dei nostri Super Managers” funzionano ben poco se la decisione dell’Aga Khan che controlla il 51% della compagnia e Qatar Airways, che possiede l’altro 49%, è arrivata improvvisa quanto inaspettata.
Le perdite sono pesanti. Nel 2018 quasi 170 milioni di euro . E altrettante se non di più sono state quelle del 2019. Gli aerei sono sui piazzali fermi. Si liquida.

Il ministro Paola De Micheli è subito intervenuta chiedendo un immediato incontro alla compagnia. Che fine fanno 1500 lavoratori, oggi –con le loro famiglie- sul lastrico?

Eppure le tristissime vicende del “ magna tu che magno io” di Alitalia avrebbe dovuto insegnare qualcosa . In Italia che cosa funziona se i “ Frecciarossa “ deragliano? C’è qualcosa di assai marcio……che non funziona, imperversa un morbo che sta mettendo a nudo l’incapacità dell’ l’intera sanità mondiale.

 

Caro Direttore,
Il Campus di Management ed Economia dell’Università di Torino, ha ospitato il corso di Formazione professionale per Giornalisti e Avvocati, sul tema “Fare informazione nel rispetto della Giustizia”. Come è tutelata l’informazione in Italia? Chi e come si difende oggi in Italia l’editore ed il giornalista? Non cessano le violenze e intimidazioni contro giornalisti e media soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, e numerosi giornalisti, anche nella capitale, denunciano “ certe pressioni”, soprattutto politiche.

Molti giornalisti italiani sono preoccupati. Le cronache parlano di violenze e minacce . Sempre più giornalisti si autocensurano. Tema centrale : i rapporti fra mondo dell’informazione, avvocati, magistrati inquirenti e magistrati giudicanti, con riferimento ai temi che li coinvolgono, quali il diritto di cronaca e la necessità del riserbo/oblio che si suppone debba preservare le indagini, toccando gli aspetti che riguardano tutte le diverse componenti sia del mondo del giornalismo, che della magistratura. Ma che fine fa la “ verità”?

Una raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ancora una volta disattesa, prevede la creazione di posti di “portavoce giudiziario” affidati a professionisti della comunicazione. Ma come formarli? Anche se viene esclusa la possibilità di creare degli uffici stampa dedicati come accade in molti Paese europei.
Temi assai delicati e complessi, quanto fondamentali che riguardano la vita di ogni giorno, la vita stessa di chi opera nell’informazione, su cui si ergono muri, dazi, censure e proscrizioni.
Info: Scuola di Management ed Economia - Sede di Cuneo - Tel. 011/6708316

Caro Direttore,

Franco Rossi ( Firenze 28 aprile 1919-Roma 5 giugno 2000), è uno di quei registi del nostro cinema anni Sessanta finiti nel cono d’ombra, che hanno scontato allora, e ancora di più dopo, la circostanza di aver vissuto e lavorato al tempo dei Fellini, Visconti e Antonioni, finendo col restarne schiacciati, oscurati.

Di lui si ricorda uno dei vertici di sempre della nostra televisione, l’Odissea, ‘sceneggiato’ ancora oggi stupefacente per come innestava nei codici linguistici e nei modi di rappresentazione Rai le revisioni soprattutto visuali del mondo antico-classico operate poco prima da Rossellini (Atti degli Apostoli) e Pasolini (Edipo Re, Il Vangelo secondo Matteo). Eppure ha girato film come “Odissea nuda “ “ Amici per la pelle”., e “ Smog” che aprirono orizzonti nuovi all’ angusto cinema italiano del tempo con personaggi, uomini e donne, scagliati in paesaggi lontani e inusuali, in una dislocazione geografica che si faceva anche alienazione esistenziale. Con un’attenzione particolare per l’ epoca al malessere borghese.

Nel 1969 Franco Rossi firma "Giovinezza, giovinezza" tratto dal romanzo semi autobiografico di Luigi Preti,
politico socialdemocratico e in quegli anni anche ministro in più governi a guida Dc. Il film resta una rappresentazione esemplare della generazione che fu giovane ai tempi del fascismo e che attraverso gli orrori del regime, come le leggi razziali, e della guerra sarebbe poi cresciuta e in parte approdata su sponde politiche e ideologiche opposte. Un percorso di redenzione-maturazione anche contraddittorio che fu di molti ragazzi di quel tempo, mai abbastanza affrontato nelle sue lacerazioni e nelle luci e ombre in sede storiografica.

Luigi Preti, immaginando la storia di tre ventenni – due ragazzi e una ragazza – tra 1937 e 1941 in un città molto simile alla sua Ferrara (che è anche la Ferrara di Giorgio Bassani), adombra probabilmente anche la propria storia personale. Giulio, figlio della piccola borghesia, e i fratelli Giordano e Mariuccia, rampolli di una ricca famiglia fedele al regime, sono compagni di università. Giulio crede alla propaganda, Giordano invece ha già sviluppato i germi del dissenso. La narrazione li accompagna fino ai primi anni di guerra e alla loro definitiva separazione.

Un monito accorato a riflettere su un mondo che sembra apparentemente lontano da noi, ma che con la sua prepotente attualità si rivolge soprattutto alle nuove generazioni.

Caro Direttore,

allora avevamo ragione noi quando citavamo il caso della Satispay !
E' un passo necessario ma ancora inadeguato.

Ma come si realizza un nuovo sistema finanziario e monetario che sia di supporto a un’evoluzione sociale sostenibile ? Il digitale può essere strumento di evoluzione e di inclusione e non di incremento delle disuguaglianze. 
Il cambiamento si basa sulla condizione essenziale dell’inclusione dei cittadini in questo processo di digitalizzazione.

Quali sono le opportunità che offre la digitalizzazione?
Da un lato favorire la mobilitazione dei fondi in modo da incrementare i risparmi digitali riducendo le disuguaglianze e finanziando maggiori investimenti a lungo termine; dall' altro agire sui bilanci pubblici contrastando più efficacemente l'evasione fiscale e finanziando lo sviluppo a costi inferiori e con un migliore impatto sociale.

Andando oltre una rischiosa mitologia della tecnologia e delle sue potenzialità, il problema reale della rivoluzione del sistema finanziario e monetario è nella sua regolazione e nella percezione dei cittadini.
Saper utilizzare le tecnologie significa anche poter beneficiare delle innovazioni della finanza digitale, disponendo di una gamma più ampia di scelte in molteplici settori quali, ad esempio, quello assicurativo, il sistema distributivo dei beni e servizi essenziali, come l’acqua, i servizi sanitari ed energetici, le telecomunicazioni, la gestione dei rifiuti, le forniture agroalimentari e la mobilità urbana.

Mentre in Italia sul tema della identità digitale la situazione è caotica, il mercato, che ha bisogno di certezze, inizia a guardare a concrete soluzioni di respiro internazionale. 
In assenza di adeguata regolamentazione, il digital financing può portare però anche a una falsa disintermediazione: effettiva nei confronti del sistema bancario, ma non rispetto ai rischi di concentrazione.

La tracciabilità dei flussi si ottiene grazie all’utilizzo del digitale. 
Ci si attende un’evoluzione significativa "di sistema" in prospettiva per l’online banking : l’impostazione legata a lettori fisici come i POS e alle carte di pagamento appare limitata se non già obsoleta.

La Pubblica Amministrazione deve fare la sua parte. Bisogna operare per raggiungere rapidamente la diffusione di processi digitali nei servizi di tutte le amministrazioni pubbliche. Questa è una condizione necessaria, anche se non sufficiente (il tema della sicurezza in rete per i cittadini, anche dal punto di vista della percezione, è fondamentale).

Un approccio al tema della riduzione del contante e alla transizione verso un uso pervasivo dei pagamenti digitali non può che inquadrarsi nella riconfigurazione del sistema finanziario e monetario, sapendo che si tratta di una vera e propria rivoluzione in atto, dove il tema dei nuovi assetti e del rapporto tra intermediatori e intermediati è cruciale e del tutto politico, anche perché in presenza di una tendenza all’accentramento da parte di chi detiene un potere legato al possesso di informazioni e dati (le Big Tech).

L’auspicio è che il nuovo governo prenda in carico come rilevante e, anzi, centrale questo tema. Non intervenire potrebbe essere molto rischioso.

Caro Direttore,
Oggi tutto è digitale, rapido, facile. Il mercato offre una marea di nuovi prodotti per facilitare gli acquisti, tutti a buon prezzo, alla portata di tutti. Una vera rivoluzione.
L’ultima trovata del governo Conte-bis è di usare la carta di credito-bancomat per tutti , indistintamente, ovunque, anche quando si paga una tazza di caffè, per un solo euro. Imperativo è la “ tracciabilità”. Ecco che tutti dobbiamo dimenticare il portafoglio a casa, e munirci di carte di credito e bancomat. Oggi si va verso una “carta unica globale ” in modo da dematerializzare il processo e non il documento, per la nostra identificazione digitale, codice fiscale, patente di guida. Persone come numeri. Stiamo entrando in una nuova era.. Da subito tutti con la carta di credito in mano. Basta contanti. Aboliti. Ed ora nascono i nostri guai.
L’ultima trovata è quella di Satisplay .. che recita. .basta contanti....”se vieni con noi.. risparmi, anzi ….ti finanziamo noi…..e ..“sarai rimborsato”. .Lo si legge in un nuovo avviso pubblicitario, che tanto seduce.
Il messaggio è chiaro: “ Con questa applicazione di Satisplay, non hai bisogno del tuo portafoglio , tutto ti viene facile, paghi ovunque, non hai problemi, basta un click, fatto. Affrettati a diventare un cliente di Satisplay. “
L’invito è chiaro. “ A Torino lo usano quasi tutti i commercianti. Si può uscire contando solo sul proprio smartphone, senza avere problemi di pagamento. Caffetterie, negozi di abbigliamento, panetterie, ristoranti, supermercati, pasticcerie, palestre: lo trovi dappertutto. «A me pagano, pranzi, caffè, libri, o qualsiasi altra cosa. È chiaro che per noi è molto più conveniente avere un Satispay , sui pagamenti fatti con POS paghiamo commissioni.”
Vorrei, dopo una breve mia indagine sul territorio , evidenziare alcuni problemi emersi in merito per l’utilizzo della Satispay, da parte della clientela torinese :
1) Prima difficoltà : la sua installazione non avviene rapidamente, anzi è assai complicata, burocratica, lenta ed insicura, può rivelarsi angosciante.
2) Pochi contanti a disposizione : poca libertà di movimento. Viene imposto un budget di spesa assai limitato per settimana, che non è modificabile, ti senti il cappio al collo, mentre i tuoi soldi vengono prelevati subito in automatico dal tuo conto corrente senza possibilità di intervenire in caso di errori nei prelievi.
3) Come funziona? Bene o male? Non tutti l’accettano. Non sono infrequenti malfunzionamenti, errori e nuove, infinite grane in vista.
4) Dove usarla? Non è vero niente la sua vasta applicazione. La diffusione del sistema è ancora assai limitata in pochi limitatissimi esercizi.
5) Assistenza? Attenzione ,se hai bisogno, chi chiami? Non trovi nessuno al telefono.
6) Rimborsi? Non è vero che sarai rimborsato. Anzi! Il sistema del cashback che consente di essere rimborsati di una percentuale sull’acquisto, è una bella trappola.. Il “ rimborso” non risulta affatto attivato, spesso è sconosciuto dal negozio che risulta… “convenzionato”..

 

---Fisco & futuro : le nuove tecnologie produrranno più rischi o più opportunità?

Caro Direttore,
quella che è andata in scena al Teatro Carignano di Torino lunedì 23 settembre, la seconda edizione del Forum "Fisco & futuro" , è stato un appassionato confronto tra esponenti delle massime istituzioni del mondo accademico, degli imprenditori e dei commercialisti, che ha tentato di analizzare i possibili scenari futuri di un mondo sempre più pervaso dalle nuove tecnologie. Come affrontare il cambiamento?
Quali opportunità ma anche e soprattutto quali rischi possono derivare dal crescente utilizzo della robotica e della automazione dei processi?
E' emerso che ormai stiamo vivendo una quarta grande rivoluzione industriale, mentre il sistema formativo è rimasto in prevalenza arretrato rispetto alle esigenze della società moderna sempre più interconnessa, globalizzata, che si trasforma in modo sempre più accelerato.
La tecnologia ha consentito di ridurre sensibilmente le ore di lavoro dell' uomo, garantendo volumi di produzione impensabili fino a qualche decennio fa, ma ha causato una progressiva de-qualificazione, con aumento della disoccupazione.
Come promuovere la produzione e l’occupazione, il benessere di milioni di individui, se i due terzi della tassazione gravano sul lavoro? Un problema che non è stato mai adeguatamente affrontato dalla classe politica. Come l'altro tema centrale dell' equità tributaria basata sulla progressività dell' imposizione e sul vero contrasto all' evasione reale.
Una domanda che da tempo ci si pone: quale è il ruolo per i commercialisti, cui sono delegate delicate funzioni di controllo di gestione, in uno scenario politico che cambia continuamente, che a sua volta incide pesantemente sulla società che produce e lavora, in questo contesto tecnologico sempre più complesso? Devono continuare a subire la costosa inefficienza di un sistema fiscale, stare a “ rimorchio” o devono diventare i veri protagonisti della trasformazione sviluppando il proprio ruolo propulsivo. Come? Attraverso la valorizzazione delle competenze, la formalizzazione delle specializzazioni ed il riconoscimento del ruolo del commercialista come “incaricato di pubblico servizio”, con la semplificazione delle normative fiscali ed il sostegno all’aggregazione professionale.
E’ auspicabile, in conclusione, per i commercialisti assumere il ruolo di “motori del cambiamento”. Ecco che entra in gioco la nostra maggiore sensibilità , l’esperienza quotidiana che impone rapide soluzioni, che spazia sulla vastità di temi che risolviamo ogni giorno. Tocca a noi indicare, in un mondo in evoluzione, l’uso appropriato delle nuove tecnologie informatiche, promuovendo l’innovazione dei sistemi, la direzione da prendere per un fisco più equo e un futuro più sostenibile.

 

Caro Direttore,
desidero segnalarti che Cernobbio ha ospitato l’interessante “Forum The European House – Ambrosetti”, nel quale si sono confrontati alcuni tra i maggiori esponenti della ricerca accademica, dell' imprenditoria e della politica.
I principali temi in discussione sono stati il crescente protezionismo commerciale, la guerra dei dazi, il parallelo massiccio fenomeno dell’immigrazione alla ricerca di più dignitose condizioni di vita in molti Paesi europei. Quali soluzioni propone il nuovo governo Conte-bis ? Quale ruolo la nostra diplomazia sarà in grado di svolgere? Quale sarà la nuova politica italiana per il controllo dei mari e delle frontiere?
Non meno importanti i temi discussi riguardano la massiccia crescita dell’egemonia economica cinese, l’intensificarsi delle tensioni fra USA e Iran nel Golfo, sul tema nucleare. Temi che pongono ancora una volta l’attenzione verso una maggiore spinta alla internazionalizzazione delle imprese, accompagnata da una maggiore equità distributiva , in particolare al taglio del cuneo fiscale che per le nostre aziende significa aumentare la loro competitività. Ancora una volta, occorrono investimenti in nuove moderne infrastrutture, in ricerca-innovazione-sistema educativo per uscire dal buio della disoccupazione. Cruciale è dare sviluppo e nuovo utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come pure incrementare l’uso della innovazione digitale e il relativo tema della sicurezza in rete.
Ma ci si interroga come e in quali rapide tempistiche il nuovo governo Conte –bis possa affrontare tutte queste complesse urgenze . Non possiamo attendere. Fatto il nuovo governo resta da fare tutto, dopo mesi di inerzia e falsa politica. Gli obiettivi operativi tra i due partiti della nuova coalizione PD-5 Stelle sono ancora tutti da verificare. Come potranno condividere programmi assai distanti tra loro? Come si muoverà il nuovo Governo Conte-bis, con la forte opposizione della Lega? Su tutto incombono le pressanti esigenze della maggiore parte delle famiglie italiane, sempre piu’ in difficoltà. Senza una programmazione a lungo termine, indicazioni precise per gli investimenti, permangono per l’intero apparato produttivo- distributivo criticità, che attendono risposte chiare e concrete ai suoi tanti problemi di tutti i giorni.

 

Caro Direttore,
vorrei proporre alcuni spunti di riflessione in merito alla fine del Governo guidato dall' Avv. Conte.

Fin dal suo nascere è apparso che l’ esecutivo Lega-5 Stelle , due forze contrapposte, geneticamente diverse, nato sull’onda urlata “ popolar-distruttiva”, anti-europa, anti euro, ha prodotto e "sfruttato" pienamente un rancore generalizzato e diffuso degli elettori avversi alla "politica" dei governi “ tecnici” precedenti. Governi fallimentari.
Oggi assistiamo alla fine del loro “ contratto di governo” e, paradossalmente a decretarne il suo irreversibile logoramento è stato lo stesso sentimento di odio e risentimento - soprattutto sul tema caldissimo.. “ emigrazione” - che ha caratterizzato la forte ascesa del consenso popolare della Lega. Tutto cio’ ha rivelato la contra posizione di un "matrimonio", di puro odio, di pura “ bottega” di convenienza politica tra Lega e Movimento Cinque Stelle.

Lo stesso premier Conte, l’anno scorso, presentatosi inizialmente come “ sono…il difensore del popolo italiano, di tutti…”, proponendosi come alta figura "super partes" atta a garantire finalmente credibilità e legittimità al nuovo Governo del "Cambiamento" , è fallito, messo in minoranza, in totale contrasto con la Lega, si è dovuto dimettere, provocando una nuova stagione di gravissima instabilità.

In realtà a ben vedere Lega e M5S sono due facce dello stesso triste fenomeno: il loro accordo sancito dal tanto declamato "contratto di Governo" si è basato su un insieme di regole , progetti, ambizioni, strategie, apparentemente innovative, che si sono rivelate totalmente irrealistiche, fuori misura, pesanti oneri, lesive degli stessi principi costituzionali che ritenevano difendere.

Il discorso al Senato della Repubblica del Presidente Conte ha messo in evidenza che la democrazia rappresentativa è più solida di quanto noi stessi crediamo. Pur in presenza di una forte componente a sostegno della maggioranza, esistono vigili altre componenti parlamentari, pronte a reagire, che fanno da argine a qualsiasi eventuale tentativo di soverchiare la volontà del popolo italiano.

Le parole pronunciate in Parlamento dal Presidente del Consiglio Conte mostrano la peculiarità di tutta questa vicenda di governo: la condivisione della sovranità popolare può essere realizzata solo nell' agorà elettiva del Parlamento, a confronto diretto, faccia a faccia, quale sede prescelta dalla nostra Costituzione per ottenere il consenso, e non nell' agorà fisica della "piazza", delle arringhe infuocate, dei tanti luoghi comuni, sedi del tutto estranee al Parlamento, evitando il teatro di pantomime, farse di semplice effetto popolare, o, peggio, su semplice click digitale, senza alcuna reazione cerebrale, ormai dominante, e ancora più inquietante perché di una massa anonima, priva di volto e di identità.
Si coglie nelle espressioni del Premier Conte la preoccupazione del rispetto delle leggi, si mette in evidenza la necessità di far prevalere nel nostro Parlamento espressioni di ampio consenso, di un condiviso progetto politico, ben articolato, ben ponderato, garante la Costituzione, per poter avere un governo stabile e una più compiuta tutela dei diritti fondamentali. Occorre maggior rispetto delle leggi Internazionali e Costituzionali, coerenza, onestà di costruttiva azione politica, rispetto e tutela di ogni identità, maggior cura dell’ambiente, in un mondo che bisogna saper conoscere, rispettare, contro le crescenti disuguaglianze a tutti i livelli.

Convegno ANDAF Piemonte: come affrontare il rischio cambio valuta

Nello storico palazzo di Corso Valdocco a Torino il 17 aprile si è svolto un convegno organizzato da AFEX – Associated Foreign Exchange Ltd - in collaborazione con ANDAF Piemonte – Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari – presieduta dal Dr. Angelo Sidoti e con CDAF – Club Dirigenti Amministrativi e Finanziari avente come tema la gestione dei pagamenti internazionali nell' ambito del rischio cambio valuta.

Quali sono gli strumenti di copertura del rischio valuta? E quali sono soprattutto i costi di tale copertura?
La multinazionale statunitense AFEX, operante dal 1979, uno dei principali fornitori mondiali non bancari di soluzioni per i pagamenti esteri delle imprese, ne fornisce molteplici, personalizzati in base alle specifiche esigenze delle aziende, per minimizzarne l' esposizione sui mercati.
Un modo semplice e abbastanza preciso per determinare il costo della copertura è quello di confrontare i tassi di cambio a scadenza e soprattutto i tassi di interesse: il differenziale tra i tassi a un anno delle due principali aree valutarie mondiali (Area Dollaro USA e Area Euro) e quello effettivo di mercato per la copertura del cambio è risultato sempre molto vicino, in alcuni periodi quasi azzerato.

E come impattano sul bilancio gli strumenti di copertura del rischio di cambio?
Prima della riforma del bilancio civilistico, avvenuta con D.Lgs. 139/2015 e con effetto a partire dal 1° gennaio 2016, le operazioni in strumenti derivati erano considerate operazioni “fuori bilancio” : per fini fiscali era prassi diffusa qualificare i derivati quali contratti di copertura, anche se la loro finalità era sostanzialmente speculativa.

La crescente diffusione degli strumenti finanziari per la gestione del rischio ha fatto emergere la necessità di disciplinare la loro corretta rappresentazione in bilancio. Tale processo evolutivo si estrinseca con il recepimento di una rappresentazione mutuata da quella prevista dai principi contabili internazionali.
La differenza tra derivati di copertura e speculativi acquista rilievo in relazione alla posizione dell’Amministrazione finanziaria, che tende a disconoscere l’inerenza dei costi sostenuti dall’azienda in merito alla operazione se di carattere speculativo.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

Caro Direttore,
il tema della gestione dei pagamenti internazionali , in un mercato molto a rischio, a causa delle speculazioni monetarie, come alle tensioni geopolitiche, è di estrema attualità. Come affrontare i rischi? Come ridurli al massimo?
A Torino, il prossimo 17 aprile , alle 16,30 presso il Centro Congressi " Copernico Garibaldi" in Corso Valdocco 2 , la Società AFEX ( Associeted Foreign Exchange limited) , con sede a Londra, che opera in oltre 180 paesi nel mondo, in collaborazione con ANDAF( Associazione Nazionale Direttori Amminiustrativi e Finanziari) e CDAF ( Club Dirigenti Amministrativi e Finanziari) propone un ampio excursus e dibattito sul tema." AFEX- la soluzione per la gestione dei pagamenti internazionali e gestione rischio cambio valuta in valuta".
Cosa offre AFEX?:" AFEX Direct is our online solution for managing global payments. It provides peace of mind by giving you access to your foreign currency balances 24/7, from practically any location. Free, flexible and easy to use, AFEXDirect puts you on top of changing conditions in the market. "

Presiede il Convegno il dottor Angelo Sidoti -Presidente ANDAF -Piemonte.

E’ mancato a Zurigo Bruno Ganz, uno dei migliori attori teatrali e cinematografici di lingua tedesca di tutti i tempi. Persona modesta diceva della sua carriera: «Nüd schlächt für en Züri-Seebacher!» (Niente male per un zurighese di Seebach). Bruno Ganz , recitava con la stessa bravura in italiano, in tedesco, in francese e in inglese. Sempre pronto a dare il meglio di se stesso, sapeva immergersi nella realtà polifonica del teatro, lavorando con illustri registi come Peter Zadek, Claus Peymann, Klaus Michael Grüber, Luc Bondy, Dieter Dorn. “Sono nato in Svizzera, ci sono cresciuto e la considero la mia patria, ma lo stesso penso della Germania e anche dell’Italia, per le mie radici. Vivo tra Zurigo, Berlino e Venezia. L’Europa è piccola e culla della diversità. Mi definisco europeo, non svizzero o tedesco o italiano”.
Nato a Zurigo - il padre operaio svizzero, la madre italiana -, Bruno Ganz arriva in Germania nel 1962 dove ha i suoi primi ingaggi al Junges Theater Göttingen e al Theater am Goetheplatz di Brema. Nel 1967 conosce Peter Stein con cui realizza numerosi progetti teatrali. In seguito è assunto allo Schauspielhaus di Zurigo. Bruno Ganz diventa uno degli attori-simbolo della stagione del Junger Deutscher Film, o Nuovo Cinema Tedesco, l’equivalente tedesco della Nouvelle Vague francese, fucina di registi oggi considerati veri e propri maestri come Edgar Reitz, Margarethe Von Trotta, Rainer Werner Fassbinder e, soprattutto, Wim Wenders e Werner Herzog
La sua formazione teatrale, il suo volto ha saputo dare vita alle varie situazioni delle vicende umane, accompagnano la sua lunga carriera cinematografica, ricca di premi, s’intreccerà diverse volte con l’Italia. Eccolo magnifico interprete nella “La banda Baader-Meinhof”, omonima organizzazione terroristica tedesca degli anni ’70, e nella “La fine è il mio inizio”, in cui si cala nei panni di Tiziano Terzani. 
Insuperabile la sua interpretazione del folle dittatore tedesco, “La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, del 2004, dando il massimo di se stesso. Bruno Ganz, attore poliedrico, ha saputo recitare con i migliori registi: da Theo Angelopoulos, Francis Ford-Coppola, Jonathan Demme (“The Manchurian candidate”, sempre del 2004), Ridley Scott (“The counselor”, 2013), Atom Egoyan, Terrence Malick e Lars Von Trier (nell’ultimo “The house that Jack built”).
Pochi attori possono vantare ruoli così diversi tra loro come quelli interpretati da Bruno Ganz nella sua lunghissima carriera. “Sono morto parecchie volte, sul set, mentre sei lì, morto stecchito sul pavimento, e gli altri intorno son tutti vivi, sei grato semplicemente al fatto che nella vita reale lo sei ancora anche tu.
All’età di 77 anni, la maggior parte della gente ha smesso di lavorare ormai da qualche anno, e anche un attore ha bisogno di pensare al suo futuro. Trovo stupida l’idea di continuare a lavorare come un matto, per dieci ore al giorno, solo per restare in contatto col mondo del cinema. Perciò spero di essere capace di smettere di lavorare presto”.

Caro Direttore,

quali cono le prospettive per i Commercialisti e quali sono le novità in tema di IVA? Tre considerazioni: Estensione del regime "forfetario" e le relative ricadute in ambito Iva. Primo invio del cosiddetto "esterometro". Soluzione delle criticità legate all' avvio della fatturazione elettronica. Sono stati questi i principali temi trattati in un convegno tenutosi a Torino il 12 febbraio scorso presso il Centro congressi "Torino Incontra" e organizzato dall' Ordine dei Dottori Commercialisti di Torino.

In merito al primo aspetto è stata sottolineata l' importanza strategica del ruolo del Commercialista nel prestare al cliente consulenza specifica nella decisione di aderire al regime “ forfettario”: l' esonero dalla e-fattura può non risultare sufficiente a controbilanciare i maggiori oneri derivanti dalla restituzione dell' IVA detratta.

L' esordio dell ' "esterometro" implica per i Commercialisti ulteriore opportunità di sviluppo di competenze al servizio del cliente, costituendo nella strategia della Agenzia delle Entrate il naturale complemento della fatturazione elettronica (limitata alle operazioni poste in essere tra operatori nazionali) al fine del monitoraggio delle operazioni verso soggetti UE ed extra UE.

Spesso ci si interroga : quale è la responsabiltà dei Commercialisti di fronte alla spinta del Legislatore verso la rivoluzione digitale ?

Quella di avere anteposto la "cultura dell' adempimento" rispetto alla "cultura dell' opportunità" : ma il futuro dei Commercialisti è sempre piu’ legato alla loro capacità di trasformare i nuovi adempimenti tenuto conto della evoluzione tecnologica in opportunità al fine di rendere meno complicato il rapporto tra Fisco e contribuenti e più competitivo il sistema nel suo complesso. E la fatturazione elettronica può essere un nuovo strumento idoneo a concretizzare questi obiettivi.

 Caro Direttore, 
presso il Centro Congressi Torino Incontra si è tenuto lo scorso 15 gennaio un incontro di studio e di approfondimento organizzato da Eutekne, sulle principali novità fiscali delle Leggi 136 e 145 (Legge di Bilancio 2019) dopo un lungo processo di contenzioso con l’Unione Europea. Novità fiscali faticosamente discusse, ridiscusse, bocciate, rimescolate, e alla fine approvate.
Tecnicamente sono state illustrate, da un lato, l'estensione del regime forfetario con aliquota del 15% già dal 2019 a tutti gli imprenditori individuali e professionisti con la soglia massima di fatturato pari a 65.000 euro, con criticità emerse in relazione al concreto vantaggio "fiscale" in quanto sostanzialmente proporzionale al livello complessivo dei ricavi raggiunti e, dall' altro, è stato fornito un quadro di sintesi alla complessa disciplina degli iper ammortamenti e delle agevolazioni per gli utili reinvestiti. 
Sono state analizzate le agevolazioni governative in termini di disapplicazione delle sanzioni nella procedura di fatturazione elettronica fino al mese di giugno 2019 evidenziando le criticità che sono emerse nella fase di prima applicazione. 
Infine, sono state focalizzate le misure in cui si articola la "pace fiscale" concepita dal Governo e incentrata su tre strumenti: la rottamazione-ter delle cartelle, la chiusura delle liti pendenti e il saldo e stralcio dei ruoli.
Il cosiddetto saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, cioè la possibilità di eliminare tutti i debiti col fisco, entra a far parte degli interventi della nuova pace fiscale. Nonostante fosse stata inizialmente cancellata dal decreto fiscale collegato, la misura è stata reintrodotta con la legge di Bilancio 2019. L’intervento è stato rimodulato rispetto alle prime proposte di saldo e stralcio: in particolare, possono fruire del beneficio soltanto i contribuenti che si trovano in difficoltà economica, per le cartelle relative ai debiti fiscali e contributivi. La misura, fortemente voluta dal Governo, consente ai contribuenti gravati da ingenti debiti e con un’oggettiva situazione di crisi economica di ripartire da zero, praticamente senza avere debiti, pagando il 16% o il 20% o il 35% del debito (a seconda delle loro condizioni reddituali) chiudendo la partita debitoria con Agenzia Entrate Riscossione. Chi, poi, ha in corso la liquidazione del patrimonio per crisi da sovraindebitamento paga solo il 10% del dovuto, a prescindere dall’Isee.

Caro Direttore, 
cosa cambia dal 1° gennaio 2019? Scatta l’obbligo di fare fattura elettronica per tutti i soggetti passivi Iva. Non sono previsti rinvii, anche perché mancherebbe il tempo tecnico per emanare un provvedimento legislativo di simile importanza, e perché il regime sanzionatorio, eliminato totalmente o ridotto dell’80%, consentirà un avvio soft che darà la possibilità ai contribuenti di avere elasticità nel rispetto dei termini di legge per l’emissione e la trasmissione delle fatture elettroniche.
Sono allo studio delle nuove semplificazioni reali e concrete, che difficilmente partiranno dall’inizio del 2019, probabilmente in occasione dell’avvio della fattura elettronica europea, lo standard EN16931-1 e EN16931-2, ci saranno delle novità che conterranno anche semplificazioni.
A Torino, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha presentato la piattaforma HUB B2B a disposizione dei professionisti con un evento streaming. Presenti anche gli account manager di Unimatica, la società che ha prodotto e gestirà la piattaforma. 
Dal 18 dicembre p.v. il software sarà pronto all’uso, e l’evento online è stato pensato per dare le prime indicazioni su come attivare l’account, come gestire le fatture attive e passive, e passare in rassegna le funzioni che lo caratterizzano. 
A) Fattura elettronica: come funziona il software dei commercialisti 
HUB B2B online dal 18 dicembre: tutti i professionisti riceveranno via pec le indicazioni per l’abilitazione al servizio: tramite un percorso guidato si potrà fare il primo accesso. Solo dopo essersi registrati, i commercialisti riceveranno il codice univoco, fondamentale per la fatturazione elettronica. 
Il sistema è responsive: si può utilizzare anche da smartphone e tablet. 
Si tratta di uno strumento pensato per i professionisti e dedicato a loro, in prima battuta. I clienti possono utilizzarlo, ma solo se abilitati dal commercialista di riferimento che creerà delle utenze per i suoi clienti, questi ultimi non hanno la possibilità di acquisirlo autonomamente. Il professionista sulla piattaforma ha una sorta di super utente con la possibilità di gestire i sotto utenti, ovvero i clienti. 
Con l’attivazione del profilo sulla piattaforma, ogni professionista ha diritto a 50 fatture gratuite, conteggiate tra quelle attive e passive. Dalla cinquantunesima fattura in poi pagherà, a consuntivo, alla società Unimatica mezzo centesimo per ogni fattura: 1.000 fatture costeranno 5 euro. 
B) Fattura elettronica: le differenze con il software dell’Agenzia delle Entrate 
La piattaforma è pensata per semplificare il lavoro del commercialista e agevolare il cliente. Come sottolineano i consiglieri del CNDCEC, sono proprio le funzioni progettate con questi scopi che fanno la differenza con il software dell’Agenzia delle Entrate. 
Il salvataggio degli articoli è il primo esempio. Il software dei commercialisti permette di registrare i prodotti e di trovarli in memoria ogni volta che bisogna emettere una fattura. Questo non è possibile nel portale dell’Agenzia delle Entrate. 
Un’altra differenza riguarda la fattura differita: il software HUB B2B permette di generare Documenti di Trasporto senza particolari limiti, mentre nel portale AdE se ne possono fare solo quattro. 
E infine, un’altra funzione che differenzia le due piattaforme, pensata per facilitare in primis i piccoli studi, è la possibilità di effettuare un download massivo del ciclo attivo e passivo delle fatture.
E' stato sottolineato che all'introduzione di questo nuovo adempimento non ha fatto seguito l’eliminazione di una serie di altri obblighi amministrativi a carico delle aziende. 
Ciò accade anche se l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti, che non risultano però ancora sufficienti. Sussistono infatti ancora dubbi operativi ed interpretativi che non sono ancora stati del tutto risolti e determinano una diffusa incertezza tra le imprese.

*Dottore commercialista - Revisore contabile in Torino

Caro Direttore,
tutta l'impresa italiana a Torino lunedì 3 dicembre per dire no alla manovra e sì alle grandi opere: qual è l’obiettivo della manifestazione?
"Se undici organizzazioni che rappresentano oltre 3 milioni d’imprenditori, più di 13 milioni di addetti e il 65% del valore aggiunto prodotto nel Paese riuniscono i loro vertici per firmare un documento congiunto a favore delle Tav, delle grandi opere, delle infrastrutture e della crescita, è un messaggio che deve far riflettere e che viene da tutti i protagonisti dell’economia".
Vincenzo Boccia, numero uno di Confindustria e regista dell’iniziativa, non usa mezzi termini. 
Che significato dà a questo appuntamento?
"Il giudizio sulla politica economica del governo è unanime: grandi e piccole imprese, commercianti, artigiani, agricoltori, cooperative suonano la sveglia a un esecutivo che non può ignorare le ragioni economiche nell’interesse del Paese, puntando a maggiore occupazione e maggiore crescita".
Una risposta, insomma, alla manovra e alla riduzione del Pil certificata dall’Istat?
"Manifestazione di Torino e flessione del Pil sono entrambe una risposta alla manovra".
È possibile cambiare la manovra in corsa: come e in che direzione?
"È possibile e doveroso cambiarla puntando sulla crescita, unico modo per raggiungere gli obiettivi dichiarati. Le nostre proposte sono note: intanto aprire cantieri e non chiuderli – motivo principale dell’iniziativa di lunedì – e poi pagare alle imprese i 65 miliardi dovuti dalla pubblica amministrazione, raddoppiare l’importo previsto dal fondo di garanzia per venire incontro alle esigenze di credito delle aziende, azzerare tasse e contributi sui premi di produzione per favorire lo scambio salario-produttività, abbassare il cuneo fiscale, avviare una grande stagione d’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro".
E rispetto al precedente governo?
"Non vanno depotenziati strumenti che hanno avuto un impatto positivo come Industria 4.0 e il credito d’imposta nel Mezzogiorno. Ciò significa avere una visione di medio termine della manovra e un equilibrio tra il contratto di governo, ossia promesse agli elettori, e la crescita che è questione di interesse nazionale".
Perché la procedura d’infrazione sarebbe un boomerang per imprese e famiglie?
"È evidente che l’Europa avvierà la procedura d’infrazione e che il governo l’abbia già messo nel conto. Ma se l’esecutivo vuol provare che, nonostante lo sforamento, si crea crescita e occupazione non può non intervenire su quanto detto, anche perché gli effetti negativi sull’economia reale e gli eccessi verbali comporterebbero un aumento dello spread che significa un aumento del costo del credito per imprese e famiglie e per lo stesso governo, quando dovrà rifinanziare il suo debito".
Grandi e piccole opere: quale può essere l’impatto positivo dello sblocco?
"Per restare sul caso della Tav l’investimento dell’Italia, circa 3 miliardi a cui se ne aggiungono circa altri 6 divisi tra Francia e Ue, attiverebbe 50mila posti di lavoro per un ammontare annuo di 900 milioni. Inoltre, ridurrebbe una quantità di smog pari a quella prodotta da una città di 300mila abitanti. Reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, i provvedimenti bandiera del governo, quotano 18 miliardi. Basterebbe rinviarne l’attuazione di due mesi per trovare le risorse che servono a completare l’opera, dotando il Paese di un capitale per le generazioni future. Senza contare che eviteremmo di pagare risarcimenti ai partner francesi per i fondi già investiti nell’opera".
Che cosa c’è oltre Torino?
"Il numero e la qualità delle organizzazioni presenti testimonia che non si tratta di difendere interessi di categoria ma di agire per il bene del Paese, che può essere felice solo se in grado di crescere e di usare la crescita per ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà, includendo giovani al lavoro e incrementando l’occupazione perché la politica del governo del Paese si misura dai risultati e non dagli obiettivi. Oltre Torino c’è l’aspettativa che prevalgano buon senso e pragmatismo e una maggiore coerenza nelle decisioni di politica economica". 

 Caro Direttore, 
Ma di quale “Pace fiscale “ parliamo? 
Sempre piu’ arduo districarsi tra la fitta congerie dei vari adempimenti . In tema di pace fiscale recentemente i commercialisti hanno avanzato la proposta di ampliamento dell’ambito applicativo della definizione agevolata in materia di dichiarazione integrativa speciale. 
Si tratta della possibilità di regolarizzare la propria posizione col Fisco tramite dichiarazione integrativa speciale anche ai contribuenti che alla data di entrata in vigore del DL n. 119/2018 collegato alla Legge di Bilancio 2019 “avevano in corso verifiche fiscali non ancora concluse” tramite la consegna del processo verbale di constatazione o mediante la notifica dell’avviso di accertamento. 
La proposta dei commercialisti tende a far chiarezza per non lasciare spazio a “incertezze interpretative” che impediscano ai contribuenti di accedere alla pace fiscale e mettersi in regola col Fisco. Ecco che l’ordine dei commercialisti ha proposto al Governo di stabilire la possibilità, per i contribuenti in debito col Fisco ma che vantano crediti d’imposta nei confronti dell’Erario, di avvalersi dell’utilizzo in compensazione per il pagamento delle somme dovute. 
Se la “pace fiscale” si applicasse solo a favore di chi non ha pagato, ma ha dichiarato fedelmente il proprio debito di imposta all’Erario, gli importi iscritti a ruolo nelle cartelle esattoriali interessate non supererebbero il15% del totale. E quanto già affermava in una nota il Consiglio nazionale dei commercialisti. 
La Relazione sull’evasione fiscale e contributiva evidenzia che “nella media del periodo 2011-2016 solo il 15,3% dell’evasione è di chi “dichiara e poi non paga”, mentre il restante 84,7% deriva dalla stragrande maggioranza di milioni di dichiarazioni infedeli o peggio omesse.

----L'angoscia di chi oggi investe è: mi conviene o no investire il mio denaro,assumere personale, creare lavoro? Quale è lo scopo dell’evoluzione fiscale in atto ? 
Di tutti questi temi si è discusso a Torino, nel Convegno « Fisco & Futuro », lo scorso 20 settembre. Come contrastare efficacemente l’ evasione fiscale ? Problema che continua a non turbare il sonno del ministro dell’economia. Evasione che si aggiunge al pesante debito pubblico,macigno che taglia le gambe alla ripresa economica. Forse che le nuove tecnologie digitali possono dar vita ad una « fiscalità di sviluppo », piu’ equa per tutti ? E ‘ possibile migliorare il rapporto cittadino-impresa- stato, far crescere finalmente anche il gettito fiscale con la flat tax ? Puo’ lo Stato reggersi senza coperture ? Ci sono altre strade? 
La grande evasione non è fatta solo dai grandi contribuenti , ma è generalizzata. Come si può evitare questa diffusa evasione ? Forse che la fattura elettronica verrà in aiuto ?
Ovviamente le nuove tecnologie fiscali, possono assumere un ruolo centrale per attrarre nuove professionalità e rafforzare il sistema economico anzichè desertificarlo. 
Occorre ricordare che i vari governi negli ultimi 10 anni hanno varato una serie di manovre fiscali , spesso in aperta contraddizione le une con le altre. Cruciale resta il pesante debito pubblico. 
Ci si domanda : con le nuove tecnologie, cosa succede domani agli studi dei commercialisti davanti a tanti dubbi ? Come possiamo intervenire per migliorare le cose ? Come muoverci ? Ancora oggi siamo preoccupati per l’introduzione della fatturazione elettronica, come lo dimostra l’esperienza negativa dello spesometro.
L’introduzione della fattura elettronica prevede un periodo di transizione senza sanzioni e con maggiori semplificazioni per i contribuenti. 
Per contro, si evidenzia che il fisco italiano tende ad involversi piuttosto che evolversi verso il futuro , occorra comprendere in che direzione deve muoversi tutta l’amministrazione finanziaria. Quale è la nuova strada che intende percorrere il governo ? Ovviamente la globalizzazione ieri e la digitalizzazione oggi impongono delle urgenti risposte. Ogni ritardo pesa sullo sviluppo. In ritardo, l’Italia di fine anni ’90 aveva deciso di non intervenire , attendendo che lo facesse l’Unione Europea .Oggi stiamo assistendo alla fuga dei nostri migliori cervelli.
In conclusione : ad oggi dal governo non sono emerse precise indicazioni. I contrasti in tema di tenuta dei conti dimostrano la nube di incertezza del sistema Italia. Tutto cio’ penalizza e ritarda. Mancano ingenti risorse per i nuovi progetti, di cui si stenta a capirne l’utilità. Di certo per attrarre nuovi investimenti occorrono regole fiscali ben certe. E’ l’eterno dibattito : come produrre ricchezza, sviluppo , occupazione, in equilibrio con una fiscalità 
« buona», operativa ma non oppressiva, onesta e distributiva, valida per essere accettata spontaneamente da tutti i contribuenti ? Evidentemente non bastano le nuove tecnologie digitali. Molte domande restano sul tappeto. Spetta al governo indicarne le concrete soluzioni.

FISCO & FUTURO : 
Convegno su Fatturazione elettronica-Web Tax-New Economy 
IL 20 SETTEMBRE A TORINO UNO SGUARDO AL FUTURO DEL FISCO

Il prossimo 20 settembre al Teatro Carignano di Torino si terrà uno stimolante convegno incentrato sul tema del rapporto tra fisco e nuove tecnologie.

Da un lato, ciò che lo sviluppo tecnologico può fare per il fisco nel processo di semplificazione del rapporto con il cittadino e nel contrasto all' evasione fiscale, dall'altro, ciò che il fisco deve fare per "attrezzarsi" a fronte di un sistema socio-economico, che vede mutare sempre più vorticosamente i rapporti di forza tra economia tradizionale ed economia digitale e tra fattore lavoro e fattore robotico.

Per quanto riguarda il primo aspetto, la fatturazione elettronica è al tempo stesso il punto di arrivo dell' ormai ultraventennale processo di telematizzazione del fisco italiano e il punto di partenza nella transizione dal fisco analogico a quello digitale.
La irreversibile diffusione dell’innovazione tecnologica sta producendo profondi mutamenti a livello socio-economico, ma anche giuridico e culturale in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso.
Come la nostra categoria di Commercialisti si deve attrezzare per affrontare la nuova sfida ? Come si adeguerà la nostra professione ? Quale sarà il nuovo nostro ruolo "sociale" ? Come saremo rivalutati ? Noi tutti ci aspettiamo un innovativo miglioramento, maggiore « trasparenza » e piu’ attenzione, sostegno e salvaguardia per la nostra « immagine di serietà professionale e di garanti dell'equità fiscale ». 
Equità fiscale sempre più necessaria non solo a livello interno, ma anche internazionale per evitare che i profitti dell' economia digitale siano tassati in Paesi a fiscalità privilegiata come Irlanda, Lussemburgo e Olanda: con la "digital tax" i giganti del web come Apple, Google, Amazon, pagherebbero le imposte nei Paesi dove realizzano realmente i loro enormi margini di guadagno.

Dalle stime degli economisti l'introduzione di una "web tax" a livello Ue porterebbe nelle casse degli Stati membri ingenti risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l'efficienza della Pubblica amministrazione, riequilibrare la pressione fiscale per cittadini e imprese, sostenere un più equo sistema pensionistico.
Tema prioritario è mettere in ordine quanto attiene alla vasta palude della patologia delle norme astratte, di tante discordanti sentenze, degli intrecci tra politica e gruppi di potere, del vasto mare della «non- equità fiscale anche internazionale », per far emergere tutte le contraddizioni degli « infiniti profitti generati « là dove il fisco è amico », dove nei « paradisi fiscali » si annidano le piu’ colossali disparità, dei miliardi di euro-dollari che sfuggono ad ogni controllo. Un mondo « sotterraneo », sistema patologico che fa aumentare le ingiustizie, di cui è impellente far emergere tutte le profonde contraddizioni. Di tutti questi temi, il Convegno dovrebbe dare opportune indicazioni.

Per ogni informazione: fiscoefuturo@eutekne.it

Caro Direttore,

quanti meno danni, processi, indagini, ricorsi, etc… se esistesse una “ amministrazione trasparente”! Lo vediamo oggi con il tragico crollo di Genova : quanta confusione ! E quanti pareri, contrasti, accuse reciproche, stanno esplodendo per mancanza di « trasparenza » !

Scrive il dr. Sidoti : » Che bella cosa sarebbe … conoscere l’ammontare complessivo dei discarichi e/o sgravi concessi dal nostro Comune a nostri concittadini privati e/o aziende come anche tutte le spese legali sostenute dallo stesso Ente per difendersi in eventuali giudizi. »

Trasparenza deriva, lo sappiamo dal latino, da trans parere, di cui ognuno di noi sente impellente bisogno, ovvero togliere oscurità, nebulosità, fare venire alla luce, apparire, lasciare vedere, permettere di conoscere.

Il progresso delle nuove tecnologie, che stanno letteralmente trasformando l’intera amministrazione, una immensa rete di dati, sta traslando le nostre vite in una dimensione digitale. Questa metamorfosi sta interessando tutti gli Amministatori, come noi operatori, con rilevanti costi, e comporta lo studio dell’evoluzione delle prerogative e delle tutele che un ordinamento democratico deve riconoscere ai suoi cittadini.

Il dr. Sidoti osserva come, nell’ azione amministrativa, da una parte la responsabilità e dall’altra la trasparenza , sono due elementi che dovrebbero integrarsi e completarsi reciprocamente. Cosa sta facendo il governo ? Noi operatori come dobbiamo comportarci ? Spesso siamo lasciati soli.

L' Amministrazione stessa è sempre più chiamata a compiere un delicato bilanciamento tra due interessi, la riconoscibilità dei suoi atti e il diritto alla riservatezza dei dati personali.

Il problema di ogni saggia Amministrazione sta nel trovare un punto di equilibrio tra la “finalità di rilevante interesse pubblico” della trasparenza, con il rispetto della finalità pubblica, di certezza del diritto, di pari rilevanza. Si tratta, in definitiva, di una maggiore protezione dei dati personali degli individui, di cui se ne parla da decenni. Oggi come stiamo ?

---Giovedi'15 marzo a Torino , presso l'Aula Magna del Dipartimento di Management dell'Università di Torino –Corso Unione Sovietica 218, si terrà un interessante, quanto stimolante convegno sul tema:
« Come migliorare la propria gestione finanziaria e nello stesso tempo saper gestire al meglio il rapporto con il sistema creditizio? »
Il Convegno è stato organizzato dal dr. Angelo Sidoti, presidente della sezione Andaf (Associazione nazionale dei direttori amministrativi e finanziari) per il Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria, in collaborazione con il CDAF di Torino, assieme a Valter Cantino, professore ordinario di Economia Aziendale dell'uniiversità di Torino, assieme a 4 Planning, e Acris.
Rivolgimenti sociali, crisi delle istituzioni, tensioni monetarie, mettono a forte repentaglio le imprese. I rischi sono sempre presenti.
Come saper organizzarsi, preparasi alle sfide dei mercati ? Come il nuovo governo rilancerà e darà nuovo sostegno alle attività imprenditoriali ?

Gli Istituti di credito sono sempre più attenti a selezionare le aziende non solo sulla base delle loro performance economiche ma anche delle loro prospettive di sviluppo futuro e della loro capacità di generare cassa nel breve e medio termine per ripagare i debiti.
In questo contesto, il miglioramento del processo di pianificazione e controllo assume un ruolo fondamentale ed, in particolare, il "Financial Planning & Reporting" è sempre più importante per comunicare al sistema bancario i propri risultati, obiettivi e piani.

Ecco che lo scambio di informazioni tra Imprese e Banche rappresenta quindi un tema sempre più di fondamentale importanza ed è la premessa per la costruzione di un dialogo trasparente e costruttivo, volto a creare e far crescere un percorso comune e a ridurre sempre più le asimmetrie informative. L'obiettivo del convegno è, da un lato, far emergere e condividere le informazioni che sono a disposizione degli istituti bancari per decidere circa la possibilità o meno di finanziare un'impresa nonché determinare il suo rating, in particolare la "centrale rischi", dall'altro fornire all'impresa utili suggerimenti e strumenti che possono migliorare la propria capacità di accedere al credito e migliorare l'informativa non solo quantitativa ma anche qualitativa verso gli Istituti stessi.

Partecipano al Convegno : la prof.ssa Francesca Culasso, vice direttrice del Dipartimento di Managerment, la Dott.ssa Laura Filippi, Presidente CDAF Torino, dott. Roberto Spaccini, Partner 4 Planning, dott.Leonardo Frigiolini , che tratterà di « Minibond ed equity crowdfunding tra realtä e utopia », Piergiacomo Drapero , partner Acris, Rosanna Chiesa ( Odcec), Giancarlo Somà ( Unione Industriale Torino), Luigi Fasciano ( Aritma) , Luca Calo' ( Responsabile Coordinamento Territorio Prodotti e segmenti Direzione regionale Pioemonte, Valle d'Aosta e Liguria Intesa San Paolo).
Per informazioni e iscrizioni :

Link : https://4planning.it/convegno-15-marzo-208-andaf-acris-cdaftorino/

m.turani@4plannig.it

Dove va il Piemonte?
Il Piemonte vuole rinnovarsi. Ecco quanto emerge dalla Conferenza stampa di fine anno 2017 . Il Presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus è stato molto chiaro: "Partecipazione, trasparenza e produttività", sono le nuove linee guida che hanno caratterizzato il lavoro del Consiglio regionale durante il 2017. 64 deliberazioni, 23 leggi regionali, votate in 83 sedute complessive con 266 ore e mezza di dibattito, 525 atti di sindacato ispettivo e 304 di indirizzo presentati, 18mila studenti coinvolti, oltre 3mila presenze alle mostre, più di 1 milioni di visitatori sul sito istituzionale. Numeri che dimostrano come questo Palazzo fatto di mattoni si sia trasformato in un vero Palazzo di vetro. Un modello virtuoso, che si apre al mondo, una vera strategia politica che pone il Piemonte come modello-obiettivo.
Si è concluso con successo il Piano di rientro dal forte debito sanitario. Grazie ad alcuni interventi di razionalizzazione, la spesa sanitaria pubblica in Piemonte è più bassa rispetto alla media italiana: 1813 euro pro capite contro i 1838 euro registrati a livello nazionale .".

La salute per tutti ha visto crescere il " Movimento , alimentazione sana e corretti stili di vita per il benessere dei giovani studenti", alla luce del "Cammino degli stati generali dello sport e del benessere". Tema centrale la salute ed il territorio: hanno collaborato la Fondazione piemontese per la Ricerca sul cancro, l'Università degli Studi di Torino, il centro ricerche Performance e benessere, con media partner la RAI. Per tutto il 2017 è proseguita l'attività che ha mirato a promuovere i servizi alla persona con la massima diffusione delle tecniche salvavita. In particolare l'attenzione è stata posta sul trattamento e riconoscimentio dell'endometriosi.
La domanda è la seguente: nei prossimi anni il Piemonte, con l'invecchiamento della popolazione e la scarsità di nascite, riuscirà a contenere la spesa entri limiti accettabili e, nel contempo, ad affrontare in modo efficace la maggiore diffusione di malattie croniche? Come si sta attrezzando per sostenere questa sfida? Tema centrale per tutta la popolazione. Il Comitato regionale per i Diritti umani ha posto in evidenza il tema dei " diritti dell'infanzia e dell'adolescenza", che oggi registrano molti casi di assoluto bisogno di politiche di forte intervento.

Torino, città del cinema, ha dedicato la terza edizione ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza con la rassegna cinematografica "Rights on the movie". Non di meno importante è stata la " Celebrazione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia", ricorrenza che si celebra il 17 maggio di ogni anno. Il Piemonte ha aderito alla campagna per l'abolizione delle armi nucleari promossa dal Movimento per la pace.
Ecco inaugurato il Baby family friendly, aperto a tutti i bambini, all'interno di Palazzo Lascaris, per restituire spazi comuni alla cittadinanza.

Dal 2018 si avvierà il nuovo Museo dei diritti umani, presso i locali dell'ex Banco di Sicilia. Il 2017 ha portato anche altre iniziative, come l'inaugurazione della Galleria Carla Spagnuolo e il recentessimo restauro della Sala delle bandiere, sede della conferenza odierna. "Occorre partecipazione senza la quale la democrazia non cresce, non si sviluppa". 8.203 ragazzi delle scolaresche che sono venuti in visita a Palazzo Lascaris, 3.117 presenze alle nostre mostre
Fondamentale è stata l'attenzione posta al tema di copertura dei crescenti costi e del fabbisogno finanziario. Approvato il nuovo bilancio di previsione 2018-20, il fabbisogno è di circa 44,9 milioni di euro. E' stato adottato il nuovo sistema di gestione di bandi, gare e nomine, ed un nuovo sistema di trascrizione automatica delle sedute, in ottica di ottimizzazione della trascrizione in digitale dei documenti. Da tempo le sedute del Consiglio regionale vengono trasmesse in diretta attraverso i canali Facebook e Youtube.

---Si è tenuta il 7 Dicembre presso la sede torinese di Piazza Castello della Regione Piemonte una conferenza stampa nella quale sono stati presentati i risultati della ricerca universitaria sull’impatto economico, sociologico e turistico che hanno avuto sul territorio le manifestazioni “Peperò, 68° Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola” e “21° Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d’Alpeggio” di Usseglio.

Gli esiti della ricerca sono stati illustrati dal Prof. Giuseppe Attanasi, docente presso l'Università "Bocconi" e di Lille 1, responsabile del progetto e dalla Dott.ssa Sara Poli dell'Università di Torino.
Sono intervenuti: Ivana Gaveglio primo cittadino di Carmagnola e Pier Mario Grosso Sindaco di Usseglio. Entrambi hanno sottolineato l'importanza della ricerca nel fornire linee-guida agli indirizzi strategici delle istituzioni pubbliche nonché a orientare gli operatori privati nelle scelte di investimento finalizzate allo sviluppo del territorio in una logica di sinergia che si rende ormai sempre più ineludibile.

Primario obiettivo della ricerca è stato quello di monitorare l'impatto economico generatosi nonché esplorare gli effetti sociologici di una metodologia condotta "sul campo" grazie ad uno specifico questionario cui hanno risposto i visitatori nel corso delle due manifestazioni.

Come puo generarsi il "capitale sociale istantaneo" ? Grazie ad una maggiore predisposizione alla condivisione della domanda e dell’offerta, che aumenta con la circolazione della cultura, della conoscenza e della ricchezza da essa generata. Infatti, sempre piu’ « Territorio e Turismo » sono un binomio inscindibile.

Il Piemonte è oggi una destinazione turistica emergente, come dimostra il trend dei flussi turistici e le valutazioni sull’impatto economico. Infatti, il trend è in crescita negli ultimi decenni e nel 2006, grazie al forte impatto generatosi dalle Olimpiadi Invernali, il Piemonte ha acquisito un importante posizionamento sul mercato nazionale e internazionale che si è tradotto in oltre 11 milioni di presenze turistiche. Un andamento del tutto positivo, soprattutto per i segmenti di mercato «  di qualità » e nelle aree dove si è investito per lo sviluppo e miglioramento del prodotto, ad un marketing che punta alla «  qualità dell’accoglienza » come alla promozione turistica mirata da puntuali ricerche ad «  hoc » e studi di mercato. 

Oggi, DMO Turismo Piemonte, supportando le strutture regionali nel coordinamento dell'attività di promozione turistica e dei prodotti agroalimentari, agevola, operando in stretta collaborazione con le Agenzie di Accoglienza e Promozione turistica locale, il raccordo con i territori per la programmazione di azioni di valorizzazione dei vari eccellenti prodotti piemontesi, e partecipa alla definizione di obiettivi e azioni strategiche tramite l'interazione tra i soggetti pubblici e privati, al fine di incrementare i flussi turistici verso la Regione.

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