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di Ennio Fiocco

Le riflessioni di Paul Thorel nell'amata Panarea

La mia breve ricerca viene oggi dedicata a Paul Thorel, il grande artista poliedrico, scomparso lo scorso mese di maggio. Nato a Londra nel 1956, dopo aver vissuto a Parigi e a Roma, si è trasferito definitivamente a Napoli. E' stato presentato come un artista rivoluzionario che ha esplicitato la sua vocazione in una zona grigia di non facile decifrazione, tra la fotografia e le arti visive, attraversata e esplorata con la mediazione delle tecnologie digitali. In estrema sintesi, partendo dall’immagine fotografica con l'ausilio di software digitali si è allontanato completamente da essa fino a scomporla in un flusso di punti e di immagini curvilinee. Il maestro ha così dato vita ad una ricerca diversa dove l’immagine si sviluppa in un linguaggio autonomo e nuovo.

In una intervista Thorél ha affermato che: “Per me è stata sempre un’esigenza quella di utilizzare la tecnologia … bisogna assoggettare la tecnologia al proprio lavoro”.

Ma chi era il grande artista il quale è stato sempre una persona riservata?

Non è affatto semplice classificarlo, ma è stato sicuramente un novativo artista che ha lasciato tracce consistenti nella sua rara ricerca.

Il padre era il francese Alain Thorel e la madre era la psicoanalista partenopea Paola Caròla che è stata anche modella nell'atelier dell'artista svizzero Alberto Giacometti nel 1958 per un busto commissionato proprio da quest'ultima. Inizia a dipingere nel lontano 1974 presso lo studio di Carla Accardi a Roma e nel 1979 si dedica ad esplorare la creazione di immagini elettroniche all’Institut National de l’Audiovisuel di Parigi. La sua ricerca è anche diretta a progetti sperimentali collaborando con centri di produzione TV, industrie informatiche e università, e realizza progetti per il cinema, il teatro e la comunicazione pubblicitaria. Sin dal 1982 pubblica il risultato di questa lavoro in corso su riviste internazionali di fotografia quali “Aperture”, “Originale”, “Zoom”, “Photographies Magazine” e su diversi quotidiani e settimanali.

La sua dedizione costituisce un momento di sintesi nella “sperimentazione e riflessione sul ruolo della fotografia nella cultura contemporanea”. Ha realizzato numerosissime opere e mostre. La più recente ed impegnativa è stata il gigantesco mosaico “Passaggio della Vittoria” del 2018 per il Museo Madre di Napoli. La visione inizia da centinaia di foto di vedute marine, che ricorre sovente nell'estricarsi del suo pensiero sin dai primi a anni “80, congiungendo la sua Napoli all’isola di Panarea che lo accoglieva nei momenti di riflessione a lui moto cari. Merita di essere anche ricordato, quale titolare, per un progetto di restauro conservativo di un frantoio e palmento del XIX secolo ubicato nei pressi della isolata spiaggia di Cala Zimmari dell'isola di Panarea, vincolato dalla Regione con D.A. Del 21/09/1988.

Il manufatto, di una certa consistenza era importante nella società agricola di Panarea in quanto uno dei rari frantoi, che è stato adattato e recuperato nei primi anni del 2000 ad abitazione privata e con il mantenimento dei macchinari originari, tra cui la macina del frantoio, le presse e le vasche a caduta per la pigiatura delle preziose uve. Il tutto nella salvaguardia dell'edificio secondo tecniche tradizionali e con l'impiego di materiali compatibili con l’esistente.

Paul Thorel, che amava Panarea, era immerso nelle sue riflessioni di artista e di uomo nella straordinaria Cala Zimmari, distante dalla mondanità notturna dell'isola.

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